Ventuno anni fa l’impresa d’altri tempi, quasi impossibile, con una fuga solitaria di 125 chilometri e la vittoria sul Sestriere.

“Più passa il tempo e più diventa storia”, le parole di chi quell’impresa al Tour de France 1992 ancora se la ricorda nitidamente: Claudio Chiappucci, soprannominato El Diablo, uno dei grandi protagonisti sulle strade della Grande Boucle.

Il ciclismo nel frattempo è cambiato parecchio: “Adesso è più ragionato, più quadrato - ha dichiarato all’Italpress -, non ci sono più tappe lunghissime come quella. C’erano anche tappe lunghe a cronometro, ora sono più corte: le frazioni contro il tempo di solito possono fare la differenza”.

Visti i presupposti Chiappucci si aspetta una sfida a due, quasi a senso unico: “Mi aspetto una lotta tra due squadre, la UAE e la Jumbo. Tutto il resto è un pò di contorno, speriamo che gli altri non restino lì a guardare”.

Un dualismo che si concretizzerà - secondo l’ex corridore varesino - tra il vincitore in carica Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar (secondo lo scorso anno e sul gradino più alto del podio sugli Champs-Élysées nel 2020 e nel 20219): “Hanno corso poco e vinto tanto, arrivano da mesi di allenamenti. Non mi aspetto un terzo incomodo che possa creare problemi. Ci sono tanti buoni corridori, ma che sono nettamente inferiori rispetto al loro livello. Viaggeranno a pochi secondi per giocarsi la classifica generale”.

Di sicuro non sarà il Tour degli italiani, soltanto 7 corridori azzurri saranno al via sabato 1 luglio a Bilbao.

A guidare la truppa azzurra Giulio Ciccone (Lidl-Trek), l’unico a “poter puntare alla maglia a pois e a qualche vittoria di tappa rispetto alla classifica generale”.

A completare la lista Jacopo Guarnieri (Lotto-Dstny), Alberto Bettiol (Ef Easy Post), Matteo Trentin (Uae-Emirates), Gianni Moscon (Astana Qazaqstan), Daniel Oss (TotalEnergies) e Luca Mozzato (Arkea Samsic): un record negativo come nel 1983, quando al via ce ne furono soltanto sei.

“Come mai ci sono così pochi italiani? È una domanda che dobbiamo porci. Non è che abbiamo corridori di altissimo livello, abbiamo dei buoni corridori che possono puntare a vincere qualche tappa”.

Nel finale anche una considerazione sul Giro d’Italia: “Credo che si voglia seguire le orme del Tour, ma il Giro deve rimanere il Giro. Quest’anno ha piovuto tanto, poche volte c’è stata la corsa vera, solo nelle ultime due tappe si sono visti gli uomini di classifica”.

Sulle polemiche ha poi aggiunto: “Ha fatto parlare di sé per quanto riguarda la corsa: è mancato Evenepoel. Le regole Covid? È’ una cosa che non capisco perché c’è solo nei grandi giri. Voglio vedere cosa accadrà ora al Tour”.