SYDNEY - Dopo due mesi di pausa in attesa dei risultati delle elezioni federali, è finalmente partita la corsa per la scelta del nuovo leader statale laburista. Entro le prossime cinque settimane saranno chiamati a esprimere il loro voto prima gli iscritti al Partito e poi i membri del gruppo parlamentare.  
Il primo ad annunciare la sua candidatura per la leadership laburista è stato il deputato statale e ministro ombra delle Risorse idriche Chris Minns, che aveva già sfidato Michael Daley nel ballottaggio successivo all’uscita di scena del precedente leader Luke Foley raccogliendo 12 voti tra i suoi colleghi parlamentari. “Dopo tre sconfitte elettorali successive, non saremo in grado di sopravvivere come movimento politico se non avvieremo un processo di cambiamento, con una nuova generazione di leader, nuove idee e un approccio originale”, ha detto Minns, appartenente alla destra del Partito.
Subito dopo questo annuncio, è arrivato il secco “no” dei sindacati che non hanno perdonato a Minns l’avere chiesto nel suo primo discorso alla Camera da neo-eletto nel 2015 che l’ALP prenda le distanze dal movimento sindacale.  “Questa candidatura è inaccettabile, non abbiamo alcuna fiducia in Chris Minns visti i suoi punti di vista sul ruolo dei sindacati all’interno del Partito laburista e anche sul tema delle privatizzazioni”, ha commentato il segretario statale dell’AMWU Steve Murphy. 
A sfidare Minns sarà il ministro ombra dei Trasporti Jodi McKay, anch’essa della fazione di destra ma  che gode dell’importante sostegno del segretario generale del Partito Kaila Murnain.
“E’ evidente che Minns parte sfavorito: sarebbe davvero un fatto senza precedenti se un candidato riuscisse a vincere la leadership senza godere del sostegno dell’apparato organizzativo del Partito”, ha detto un alto esponente laburista che ha voluto rimanere anonimo.