CATANZARO - L’industria cinematografica ha riscoperto la regione e la Calabria intravede le ricadute economiche sul suo territorio. Le pellicole cinematografiche girate nell’ultimo anno sul territorio regionale sono numerose. 
Solo nell’ultimo mese, il reggino e la Sila hanno ospitato le riprese del film di Claudio Noce Padre Nostro, protagonista Pierfrancesco Favino; nel crotonese si gira Space Monkeys, il primo lungometraggio di Aldo Iuliano; sul Pollino invece le riprese de Il Buco, il nuovo film di Michelangelo Frammartino, mentre Catanzaro sarà il set del poliziesco Calibro 9. 
Un amore ritrovato, quello tra la Calabria e il cinema. Si può quindi dire che la punta dello Stivale è un vero e proprio grande set cinematografico. E con numeri importanti, che fanno lievitare tutto il comparto legato al settore della cultura. È stato calcolato che il valore aggiunto sull’economia del sistema produttivo culturale calabrese, solo nel 2017, è stato pari a 958,6 milioni di euro, pari al 3,25 dell’economia calabrese, con un incremento del 1,1% dal 2016 al 2017. Gli occupati nel settore sono ormai 21.600 e le imprese del settore culturale sono 6.352, con una forte incidenza delle imprese di editoria e stampa che rappresentano il 42,5% del totale. 
In Regione si contano 1.628 imprese di architettura e design, 817 imprese del settore comunicazione, 256 di cinema, radio e televisione, 584 di videogiochi e software, 60 musicali, 2.699 di editoria e stampa, 263 di performing arts e 46 legate al patrimonio storico e artistico. La spesa turistica attivata dal settore culturale è stata nel 2017 pari a 1.109,4 milioni di euro, il 33,7% del totale. Ora si punta ancora con più decisione sul cinema, perché si ritiene che il settore sia in grado di generare ricadute economiche dirette e indirette e incrementi occupazionali di notevoli dimensioni già nel breve termine. E, cosa da non sottovalutare, che possa essere funzionale alla produzione di una rinnovata e innovativa comunicazione capace di trasmettere una nuova visione del territorio regionale e del patrimonio paesaggistico e culturale. Quindi capace di attrarre turismo e anche investimenti. 
Da quando, nel 2016, è stato dato avvio al progetto congiunto con la Basilicata, denominato Lu.Ca. (Lucania e Calabria), che ha subito portato alla produzione del cortometraggio The Millionairs, esordio alla regia di Claudio Santamaria, attore di origini lucane, con la presenza nel cast di Peppe Servillo, prodotto dalla Goon Films di Gabriele Mainetti. Finanziati anche ’A Ciambra di Jonas Carpignano, che ha rappresentato l’Italia agli Oscar 2018 e con cui la Calabria ha conquistato i David di Donatello 2018 con i premi per la migliore regia e migliore montaggio, e Arberia, prodotto dalla cosentina Open Fields Production che ha ricevuto il riconoscimento come film d’essai dal Mibact e il premio del pubblico al Dea International Festival di Tirana. 
La Fondazione ha inoltre partecipato a innumerevoli appuntamenti nazionali e internazionali, presentando diverse misure volte a stimolare l’interesse delle produzioni cinematografiche. E questo ha portato a ospitare, per esempio, importanti produzioni che hanno rilanciato la Calabria quale meta privilegiata per i set: le serie internazionali Trust, diretta da Danny Boyle, e The Miracle di Niccolò Ammaniti; lo sceneggiato televisivo Tutto il mondo è paese, dedicato alla figura dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, poi bloccato dalla Rai e ancora non trasmesso, dopo le vicende che hanno interessato l’ex sindaco, e il nuovo lavoro del regista Mainetti Freaks Out, la cui uscita nelle sale italiane è prevista per il prossimo inverno. Che la Calabria sia diventata, nel volgere di pochi anni, un set a cielo aperto è testimoniato anche dalle 11 produzioni presenti sul territorio nel solo 2018. Tutte hanno visto il coinvolgimento di maestranze locali in una misura mai inferiore al 20% del totale di quelle impiegate. 
Oggi sono oltre 100 i progetti che hanno presentato richiesta di ammissione al bando 2019 della Calabria Film Commission. Ed è già possibile calcolare il primo indicatore relativo al ritorno economico diretto. Facendo riferimento alle sole produzioni che hanno ultimato l’iter amministrativo e la cui rendicontazione è stata verificata (7 lungometraggi, 3 serie televisive, 1 format televisivo) il moltiplicatore economico è pari a 5,49. Tanto per fare i “conti”, dal 2016 a oggi sono stati finanziati 26 lungometraggi, 5 documentari, 6 cortometraggi, 2 serie tv internazionali, 1 serie tv nazionale e 1 format tv internazionale. 
E, per una volta, sembra che da più parti si lavori per creare una nuova “cultura” del cinema.