ROMA - Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, martedì scorso ha lanciato un messaggio tranquillizzante sulla situazione energetica italiana, assicurando che sul gas “abbiamo messo in sicurezza il Paese” e che con gli stoccaggi ormai pieni oltre il 90%, l’Italia può affrontare la stagione invernale senza preoccupazioni.

I problemi ci saranno, ha però aggiunto Gingolani, per quanto riguarda i prezzi, “ma se il 20 (ottobre al summit Ue, ndr) si conclude bene sul price cap, avremo risolto la situazione”. Su questo, ha detto, “credo che si possa giungere a una soluzione di compromesso che contribuirà a limitare fortemente i costi".

Ciò non significherà tuttavia un minor peso per i cittadini, chiarisce il ministro. “Purtroppo – dice - non toglieremo la sofferenza a famiglie e imprese”, perché si sarebbe dovuto intervenire con maggiore celerità. “Il price cap l'avevamo proposto mesi fa. – ha continuato Cingolani - La Commissione europea è stata lenta, poi ha accelerato”. Il vero problema è però il conflitto in Ucraina, ha concluso Cingolani, “speriamo anche che la guerra finisca”.

Per quanto riguarda invece il prossimo anno i problemi restano molti e le soluzioni poche. A partire dal rigassificatore di Piombino, senza il quale ha già detto più colte Cingolani il 2023 sarà complicato. Purtroppo sull’entrata in funzione del rigassificatore, ha dovuto ammettere il ministro “sicurezze non ne ho. Spero che tutti si rendano conto che la sicurezza nazionale dipende da quello. Se avremo la nave rigassificatrice e non riusciremo a usarla, sarà un suicidio. C'è un problema nimby, e qualcuno dovrà prendersi la responsabilità. Io sono stato chiaro: la nave resterà lì 3 anni, poi la sposteremo in un sito non invasivo”.