SALERNO - Franck Ribery è un nuovo giocatore della Salernitana. “L’attaccante francese ha firmato. Non è solo una presenza calcistica, è un uomo perbene che aiuterà il nostro progetto a crescere e mantenersi. Porterà qui il suo vivere e il suo modo di ragionare”. Così Ugo Marchetti, amministratore del trust del club campano. “La differenza l’hanno fatto le parole di questo mondo speciale, di questa città e di questi tifosi. Se potrà scendere subito in campo? Mi ha detto ‘io sono pronto, mi sono allenato, ma non sono al 100%. E’ straordinario. Ha una correttezza e un equilibrio unico. E’ anziano? Ci fossero anziani così. Non lotteremo per il quart’ultimo posto ma per qualcosa di più. Siamo forti”.

Ribery, classe 1983 che, prima di arrivare in Italia alla Fiorentina nel 2019 aveva già vinto tutto col Bayern Monaco, presentato ufficialmente dopo la festa all’Arechi, si è rivolto così alla tifoseria granata: “Sappiamo che la serie A è un campionato difficile, ci sono tante squadre forti ed attrezzate. Io devo trovare il mio ritmo perchè è facile allenarsi da solo ma con la squadra è diverso”. Ha chiesto tempo il francese, come lo ha chiesto alla dirigenza salernitana prima di accettare. “La mia famiglia è stata fondamentale per la scelta e prima di venire qui, ho detto che avrei dovuto prima parlarne con mia moglie e i miei bambini - ha affermato Ribery -. E’ stato difficile lasciarli ma credo che spesso verranno a trovarmi”. Ora c’è la Salernitana.

“Sono giunto a Salerno perchè io ho la passione per il calcio, non per i soldi altrimenti non sarei qui. Spero di scendere in campo il più presto possibile, l’importante è cominciare. Il gruppo è importante, soprattutto la comunicazione. Di questo ne ho parlato con il mister Castori”. C’è chi ha avanzato paragoni illustri, almeno in termini di impatto con la piazza. “Maradona? Sono venuto qui solo per fare di tutto per la mia squadra e per i miei tifosi. Più facilmente gioco con la squadra, meglio è per me. Credo di essere in grado e mi piace aiutare i calciatori, soprattutto coloro che hanno meno esperienza. A Firenze credo di aver fatto bene per due anni”.