CASTEL VOLTURNO – Il sogno si avvicina. Un popolo intero spera di poter festeggiare il quarto scudetto della storia azzurra. Ma il Napoli per poter far gioire la sua gente domani sera dovrà battere il Cagliari. A quel punto ciò che succederà tra Como e Inter poco importerà. Non cambierà modulo e uomini Antonio Conte.
Il tecnico dei partenopei ha spiegato che la questione infortunati è rimasta la stessa della settimana scorsa. Quindi si va in campo con il 4-4-2 di Parma. Poi in corso d’opera ci sarà spazio magari per Neres e gli altri. È apparso sereno l’ex ct in conferenza stampa. L’ultima di vigilia in questa stagione, sempre che non ci sia uno spareggio.
“C’è tanta voglia di giocare - ha cominciato il leccese - veniamo da una stagione bella stressante e chiaramente potrebbe essere l’ultima partita che chiude una stagione per me in una nuova piazza, un nuovo ambiente. Sentiamo la responsabilità di regalare a Napoli, ai tifosi, qualcosa di bello e storico”. Il Napoli è stato in testa per 22 giornate rispetto alle 9 dell’Inter.
C’è da capire se chi vince è la più forte o la più brava. “Io parto dalla mia esperienza - ha ammesso Conte - che mi ha sempre detto che vincono le squadre che hanno meritato e dimostrato di più. Parliamo di 38 partite, a differenza di tornei brevi dove è importante il sorteggio, trovi avversari con squalificati o infortunati, in un percorso più breve può spuntare qualcosa di diverso, ma 38 gare sono tante e delineano chi merita. Serve regolarità di risultati e prestazioni, gestire situazioni. Nei tornei brevi hai meno tempo”.
Conte è uno specialista di successi. Ma ha una teoria tutta sua visto i trascorsi. Mancherà in panchina per squalifica contro il Cagliari. “Io posso essere uno specialista in vittorie - ha chiarito - ma anche in sconfitte. La mia carriera parla chiaro se vedete quello che ho perso, quanti finali, 3 di Champions, una di coppa del mondo, uno di Europei, una di Coppa Uefa, ve ne potrei dire tante. Io cerco di essere specialista nell’aiutare il club e i ragazzi, poi se il nostro meglio ci porta a vincere allora è una grande soddisfazione, ma non voglio che si dimentichi che in carriera ci sono vittorie e sconfitte che mi hanno creato una scorza molto dura e a volte anche cattiva. Dispiace non esserci, dopo un campionato del genere vorresti essere lì, con i tuoi tifosi per guidare la squadra. C’è grande fiducia nel mio staff, come sempre, nei tifosi, nell’ambiente che ci sarà e anche se dalla tribuna il mio cuore sarà lì, anzi due cuori”.
La settimana che sta finendo è stata molto particolare. Non certo come tutte le altre. “Distrarsi è molto difficile - ha proseguito il tecnico - la distrazione mi arriva quando mangio, a pranzo o cena, forse neanche il pranzo, solo la cena. O quando dormo. Ma è inevitabile, una settimana corta, ma intensa, piena di emozioni, sappiamo benissimo che la mente porta dappertutto. Abbiamo provato a focalizzarci sul prepararci bene, è la partita più importante della stagione. Prima parlavamo di importante, molto importante, questa in assoluto è quella che decide la stagione e decide che tipo di stagione hai avuto, se ottima o superlativa!”.
Non cambia Conte per la sfida al Cagliari. Anche perché non ci sono le premesse. “La situazione non è cambiata dalla partita scorsa - ha chiosato il salentino - sotto tutti i punti di vista, sia come infortuni che come condizione, chi era indietro è ancora indietro e chi ha giocato sta molto meglio”. La strategia della gara con il Cagliari bisogna essere ben precisa. Bisogna aggredire subito o fare calcoli? “Non cambia niente - ha dichiarato Conte - le partite le abbiamo sempre aggredite, dall’inizio, è il mio credo. Ho sempre cercato di trasmetterlo, a volte ci riusciamo meglio, altre volte è più difficile, dipende anche dall’avversario, domani c’è il Cagliari che è una buona squadra e dovremo fare la nostra partita rispettando l’avversario al 100%. Se lo rispettiamo avremo più chances di vincerla, ho ricordato al gruppo anche le mie esperienze calcistiche e tramite il vissuto provi a dare avvertimenti importanti ai ragazzi”.
Da “Amma faticà” a “Camma fa” il passo è breve o è lungo? “Anche domani bisognerà lavorare - ha risposto Conte - lavorare in fase offensiva e difensiva, tutti insieme, sappiamo benissimo che il lavoro ci ha portati a essere qui oggi a parlare di un qualcosa di speciale. Bisognerà cercare di finire il lavoro. Quando pareggiammo con l’Inter dissi ‘se vogliamo, possiamo’, oggi la squadra sa bene che il lavoro va finito”.
Al di là di come andrà a finire un bilancio del campionato c’è già. “Sicuramente molto impegnativo - ha certificato Conte -. Alla presentazione a Dimaro ho detto ‘è la prima volta che ricevo prima ancora di dare’ e per me aver ricevuto una stima incondizionata prima di iniziare è stata una spinta importante, ma anche una pressione molto importante. Vuoi ripagare la gente che ha fiducia in te, ma non avevo visto il tipo di lavoro che avremmo affrontato e quindi ho sentito tanta pressione e il peso sulle spalle, qualsiasi cosa veniva fatta si diceva per Conte, ma è assurdo e brutto, qualsiasi cosa fatta è stata fatta per il club, per il Napoli, dagli acquisti alle cessioni e tutto ciò che è accaduto non è per me Conte, o accontentare Conte, non è così. Tutto quanto fatto e indirizzato è stato per il club, la crescita del Napoli”.
I tifosi sono stati sempre vicini riempendo sempre lo stadio. “Al tifoso napoletano mi risulta difficile dire qualcosa - ha ammesso Conte -. Anche durante l’anno spesso ho detto possono cambiare i calciatori, gli allenatori, i proprietari, ma non cambierà mai la passione del popolo, smisurata verso il calcio e il Napoli, abbiamo avuto tutto da parte loro, vicinanza nei momenti positivi e negativi in cui abbiamo zoppicato un po’. Hanno avuto subito fiducia in tutto il gruppo, quello che mi sento di dire è di continuare ad essere quello che sono”.