CHARLEROI - Esistono eredità invisibili che non si leggono nei documenti né si imparano sui libri di storia, ma si trasmettono silenziosamente attraverso i ricordi, le abitudini e il legame profondo con le proprie origini. Dans mes veines, la mémoire des miens, il primo libro autobiografico di Félicien Campanelli, nasce proprio da questa consapevolezza. È un racconto che si propone di custodire e restituire alla comunità, alle nuove generazioni e a chiunque sia interessato, una memoria familiare che intreccia la storia del Molise con quella della migrazione italiana in Belgio.
Attraverso la narrazione intima e dettagliata delle esperienze del nonno e della sua famiglia, il libro costruisce un ponte tra passato e presente, territori lontani ma profondamente connessi.
Félicien Campanelli, membro del comitato dell’Associazione Campomolise e rappresentante dei molisani in Belgio nel Consiglio dei Molisani nel Mondo, racconta in questo volume le difficoltà, i sacrifici e le tragedie vissute da chi ha lasciato il proprio paese per inseguire un futuro migliore. “Mio nonno è partito a 18 anni, in un contesto molto difficile, senza conoscere la lingua e subendo spesso il pregiudizio verso gli italiani. Venivano chiamati macaronis e non avevano rispetto”, spiega Campanelli, sottolineando quanto questa esperienza sia rappresentativa di un fenomeno migratorio ampio e complesso.
Il racconto si svolge sullo sfondo di eventi storici cruciali, come la tragedia di Marcinelle, che ha segnato profondamente la comunità degli emigrati italiani in Belgio. Pur non lavorando in miniera, il nonno di Félicien ha vissuto in prima persona le condizioni dure e spesso pericolose dell’industria siderurgica belga.

I nonni di Félicien Campanelli.
Oltre alle difficoltà, il libro mette in luce l’importanza delle tradizioni, della cultura molisana e del forte senso di identità che gli emigrati hanno portato con sé e coltivato nel nuovo contesto sociale. “Nel libro parlo del Molise, delle sue radici, della zampogna, dell’olio e della pasta molisana, che oggi è conosciuta nel mondo. Quando mi chiedono ‘Dov’è il Molise?’ rispondo: ‘Lo mangi, quando mangi la nostra pasta’”, afferma l’autore. La narrazione si fa quindi anche testimonianza culturale, capace di mostrare come la cucina, le feste popolari e le pratiche quotidiane siano diventate elementi fondamentali per mantenere vivo un legame con la terra d’origine.
Un aspetto centrale del racconto riguarda i nonni di Félicien, figure emblematiche che incarnano la storia familiare e collettiva. La nonna, donna coraggiosa e instancabile, è stata una presenza fondamentale fino alla sua scomparsa nel 2012, quando l’autore aveva solo otto anni. A lei è dedicato un capitolo intero, nel quale emerge il ruolo delle donne di quella generazione, spesso chiamate a compiere sacrifici e a sostenere la famiglia con la stessa forza degli uomini.
Il nonno, invece, rappresenta l’archetipo del lavoratore migrante che con la propria dedizione ha garantito un futuro migliore ai figli e ai nipoti. “Con questo libro voglio rendere omaggio a loro e alle loro vite. Ogni tanto dobbiamo fermarci a pensare da dove veniamo, chi siamo, e cosa ci hanno lasciato in eredità”, spiega Campanelli.
Nel libro si racconta anche la storia personale di Félicien, figlio di una famiglia mista italiana e belga, che testimonia come le radici culturali possano essere tramandate e vissute oltre i confini geografici e linguistici. La madre belga, originaria di una famiglia con precedenti diversi, ha fatto proprie le tradizioni molisane, dimostrando che l’identità si costruisce anche nel dialogo tra culture.
Dans mes veines, la mémoire des miens è pubblicato in lingua francese, con una traduzione italiana prevista a breve, e si inserisce nel contesto delle celebrazioni per i 70 anni dalla tragedia di Marcinelle e i 90 anni dell’immigrazione italiana in Belgio. Il libro è disponibile su Amazon.