TORINO - “Non parlo di pallone d’oro, ma ho scelto questo club perché ha delle grandi ambizioni, anche io le ho, voglio lavorare per la squadra il più possibile e diventare uno dei migliori attaccanti al mondo”. Jonathan David, nuovo attaccante della Juventus, è intervenuto in conferenza stampa per analizzare la sua nuova avventura in bianconero: “Penso di essere pronto - ha aggiunto durante la conferenza stampa di presentazione - sono venuto qui per questo, so quelle che sono le richieste del club, sono pronto a rispettarle”.

L’ex Lille, autore in carriera di 146 gol in 315 partite, ha parlato di quelle che sono le proprie caratteristiche: “Sono molto freddo dentro l’area, questo mi aiuterà nelle situazioni in cui ci sarà tanta pressione, riuscire a rimanere focalizzati sarà molto utile. Ho cercato di dare continuità negli ultimi anni, la Serie A è molto diversa, più tattica e più difensiva. Ci sono sfide per tutti”.

Spazio anche al primo approccio con Igor Tudor: “Ho parlato con i compagni e il club, c’era un grande interesse da parte mia vestire la maglia della Juventus. Il dialogo col mister è stato molto positivo, sono un giocatore nuovo, mi ha chiesto quali erano le mie aspettative e quali sono le sue. Abbiamo parlato di questo, il mio lavoro è fare gol”.

Attaccante canadese classe 2000, David ha raccontato come si è avvicinato al mondo del calcio: “Ho iniziato a giocare perché ovviamente mio papà giocava a calcio, era un po’ la prima cosa che facevo sempre. Giocherò con la maglia numero 30. È il giorno del compleanno di mio padre, di conseguenza l’ho considerata una bella scelta, con un significato forte. Ad Haiti tutti giocano a calcio, c’erano altri sport in Canada ma io ho iniziato così e volevo diventare professionista. Avevo parecchi idoli da bambino. Drogba, Eto’o, tutti giocatori diversi tra loro ma mi piacevano molto come stile. Ora ce ne sono di molto bravi”.

Per quanto riguarda lo Scudetto, invece, il messaggio è stato abbastanza chiaro: “Ogni stagione può essere quella buona, il campionato è molto difficile, ma bisogna avere sempre l’ambizione di arrivare fino in fondo”.