Amore per la famiglia, per il buon cibo e per le occasioni conviviali. Un popolo caloroso, accogliente e festoso, che ama riunirsi attorno a un tavolo o nelle piazze per le tante celebrazioni tradizionali, spesso legate al proprio culto religioso. Aspetti condivisi da due culture apparentemente diverse, ma entrambe legate al Mediterraneo e più simili di quanto si possa immaginare: quella italiana e quella greca. 

Il festival ‘Una faccia una razza’ che ha avuto luogo a Moonee Ponds la scorsa domenica, 27 ottobre, ha voluto proprio celebrare queste somiglianze culturali, attraverso un programma ricco e multiforme che mettesse in evidenza le tradizioni, i valori e le esperienze condivise delle comunità greca e italiana in modo ampio e integrato. Iniziativa della chiesa greco-ortodossa di San Demetrio di Moonee Ponds, il festival è nato dal desiderio di riunire le comunità greche e italiane locali e mostrare il loro patrimonio culturale condiviso, con Moonee Ponds - e le aree circostanti, come Essendon e Ascot Vale - che sembra offrire la cornice ideale, data la demografia della zona costituita in buona parte da residenti greco e italo-discendenti. 

“Tutto è nato qualche anno fa, dopo l’osservazione di padre John sulla presenza di tante coppie greco-italiane in chiesa”, ha spiegato George Vossos, presidente del comitato per gli eventi della chiesa greco-ortodossa di San Demetrio. “Abbiamo avuto la prima edizione del festival l’anno scorso; quest’anno ci siamo ingranditi e abbiamo avuto una rappresentanza italiana più solida”. 

Essendo sposato con un’italiana, Vossos ha raccontato che, nello strutturare il programma del festival, non ha potuto non trarre ispirazione dalla sua quotidianità, fatta di continui scambi di vedute condivise e un sentire “così simile da far paura”. “Si tratta della gioia dello stare insieme, di festeggiare insieme, di sedere tutti intorno a uno stesso tavolo, dell’amore per la condivisione e per la famiglia. Quando ho conosciuto la famiglia di mia moglie, con un padre siciliano e una madre toscana, il mio processo di integrazione è stato molto fluido; è stato molto semplice comprenderci e intenderci proprio perché le nostre culture hanno molto in comune”. 

L’obiettivo di ‘Una faccia una razza’, dunque, era quello di creare un evento multiculturale che fosse in grado di celebrare entrambe le culture e di farlo attraverso elementi tradizionali e popolari come il cibo, la danza e la musica, senza però dimenticare il divertimento dei bambini – ai quali è stata dedicata un’apposita area – e il desiderio di portarsi a casa un pezzo di quella giornata o un souvenir, con la presenza di piccoli esercizi pronti a offrire prodotti greci e italiani. Tutti gli appuntamenti e le attività del festival hanno avuto luogo sia all’interno della chiesa di San Demetrio sia all’esterno, sulla Gladstone Street. 

“Il cibo è stato l’elemento centrale della giornata – ha spiegato George Vossos –. Ci siamo assicurati che entrambe le culture venissero rappresentate in modo uniforme sotto questo punto di vista, creando un bel mix italo-greco. Il programma si è esteso anche al piano superiore della sala della chiesa, dove abbiamo cercato di ricreare una sorta di taverna greca dove bere caffè o gustare piccoli pasti, come si fa anche in un tradizionale bar italiano”. 

Dei dolci tipici greci.

Se l’offerta culinaria è riuscita a soddisfare i visitatori del festival, con piatti tradizionali di entrambe le culture come il souvlaki, la spanakopita, pasta e pizza, l’intrattenimento non è stato da meno, con ospiti e artisti musicali che hanno saputo ricreare l’atmosfera allegra delle feste popolari attraverso canti e balli tradizionali. Tra questi, ad esempio, l’House Band e gli Apollo Rising, che hanno proposto canzoni italiane e greche, e la Melbourne School of Tarantella, che è riuscita a coinvolgere i visitatori in questa tipica danza di alcune regioni italiane. Anche i bambini hanno avuto un bel po’ da fare, grazie anche al Co.As.It. che ha proposto diverse attività per i più piccoli, e lo spettacolo del mago Anthony De Masi. 

Molte le bancarelle delle piccole attività commerciali presenti, che hanno permesso ai visitatori di acquistare prodotti tipici italiani e greci che spaziano dalla pasta e pietanze tradizionali ad abiti, gioielli, accessori e piccoli articoli decorativi per la casa. 

Ad arricchire la giornata, anche la presenza di alcuni ospiti d’onore, come il ministro Bill Shorten, il ministro Danny Pearson e il sindaco di Moonee Valley, Pierce Tyson. “Alla fine dei conti, l’aspetto più importante del festival è quello di unire le persone in un ambiente sicuro e accogliente, in grado di mettere in mostra alcune delle nostre vecchie tradizioni e alcune delle cose che normalmente ci si aspetta di vedere in questo tipo di celebrazione, ma anche di iniziare a fondere alcuni dei nuovi aspetti della nostra società e i talenti sia degli italiani sia dei greci, cosa che abbiamo potuto constatare attraverso molte delle persone che si sono esibite, che fossero sul palco o che fossero artisti in mostra”, ha concluso Vossos.  

Quest’anno, il festival greco-italiano è cresciuto significativamente, passando dai circa quattromila visitatori del primo anno ai circa ottomila (stimati da George Vossos) della seconda edizione. Inoltre, se la prima edizione era più incentrata sulle tradizioni e la cultura greca, questo secondo appuntamento ha previsto “una migliore rappresentanza italiana per rendere l’evento davvero multiculturale”. 

Gli organizzatori sono molto soddisfatti di come si è svolta la seconda edizione e si impegnano a rendere il festival più grande ogni anno.