ROMA - È morto a 86 anni Bruno Pizzul, giornalista sportivo che per 16 anni è stata la storica voce del calcio italiano e delle partite della Nazionale. Nei ricordi degli italiani, in particolare, rimangono le telecronache delle partite dei Mondiali: fu il telecronista della semifinale Italia - Argentina di Italia ’90, persa dagli Azzurri ai rigori dopo un pareggio 1 a 1.
La sua voce raccontò anche il dramma dello stadio Heysel in Belgio, durante la finale di Coppa dei Campioni, in 29 maggio 1985, quando la pressione della folla dei tifosi fece crollare le transenne. Morirono 39 persone di cui 32 italiani, tifosi della Juve.
Nato a Udine l’8 marzo del 1938, Pizzul fu assunto in Rai nel 1969 e l’anno seguente commentò la sua prima partita, Juventus-Bologna in uno spareggio di Coppa Italia.
L’amore di Pizzul per il calcio partiva da quello praticato in età giovanile, prima nella squadra parrocchiale di Cormons, la Cormonese, poi nella Pro Gorizia, durante gli anni degli studi. Divenne anche calciatore professionista, un apprezzato mediano (figura celebrata in una canzone di Luciano Ligabue), e fu ingaggiato dal Catania nel 1958 prima di giocare nell’Ischia, Udinese e Sassari Torres, dove la sua carriera sportiva venne interrotta prematuramente per un infortunio al ginocchio.
Prima dell’approdo in Rai, nel 1969 grazie ad un concorso per radio-telecronisti aperto a tutti i giovani laureati del Friuli Venezia Giulia, si era laureato in Giurisprudenza e aveva insegnato materie letterarie alle scuole medie.
È datato 16 maggio 1973, invece, il suo primo annuncio della vittoria di una squadra italiana in una finale di coppa europea, quella del Milan in Coppa delle Coppe contro il Leeds Utd, a Salonicco.
Il 29 maggio 1985 era il commentatore tv della finale della Coppa dei Campioni nella tragica serata della strage dell’Heysel, quando i tifosi del Liverpool caricarono quelli della Juventus schiacciati contro un muro perimetrale, che cedette sotto la pressione causando la morte di 39 tifosi.
Di quella telecronaca, negli anni successivi, raccontò: “È stata la telecronaca che non avrei mai voluto fare. Non tanto per un discorso di difficoltà di comunicazione giornalistica, ma perché ho dovuto raccontare delle cose che non sono accettabili proprio a livello umano”.
Per la Rai è stato anche conduttore della Domenica Sportiva nella versione estiva del 1975 e nella stagione 1993-94, affiancato da Simona Ventura e Amedeo Goria, fu anche conduttore di Domenica Sprint dal 1976 al 1987 e curatore della moviola all’interno di 90º minuto, allora condotto da Fabrizio Maffei, dal 1990 al 1992.
Dalla Coppa del Mondo del 1986 in poi è diventato la voce principale delle partite della Nazionale, ed è stato il telecronista delle gare degli Azzurri in occasione di cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei, congedandosi nell’agosto 2002 dopo la sconfitta per 1 a 0 contro la Slovenia.
Negli anni successivi è intervenuto come commentatore e opinionista in diversi programmi della Rai ma non solo, da RaiNews a La7. Il suo ultimo incarico televisivo è legato a Dazn, dove dal 2002 ha partecipato talk show Supertele condotto da Pierluigi Pardo, commentando tutti i gol della giornata di campionato appena trascorsa, all’interno della rubrica Tutto molto bello.