MELBOURNE - Il numero delle persone che stanno contattando le istituzioni diplomatiche italiane in Australia è cresciuto vertiginosamente negli ultimi giorni. Secondo le nostre fonti e dalle stime più attendibili, si potrebbe parlare infatti di oltre 800 persone, anche se è molto difficile avere un’idea della cifra effettiva, perché il lavoro dei Consolati, che in questi giorni stanno assistendo i connazionali a saltare su uno dei voli disponibili, sta dando i suoi frutti. Grazie infatti anche alla collaborazione della compagnia Qatar Airways, le autorità italiane stanno almeno riuscendo a far imbarcare le persone con le esigenze maggiori, come i minori non accompagnati che erano in Australia per esperienze di studio, i cittadini italiani disabili o le persone più avanti con l’età che erano sul territorio per motivi turistici.
Una volta risolte queste emergenze, ci si potrà poi dedicare con maggiore efficacia anche agli altri casi, che, come abbiamo detto, sono sempre più numerosi. La buona notiza è che la compagnia aerea del Qatar, ormai rimasta una delle poche a volare sull’Australia e permettere il collegamento su Roma, Milano e Venezia, sempre utilizzando scali in Europa ancora aperti, sta cercando di rendere più accessibile il costo dei biglietti sui voli di aprile,dopo le sollecitazioni arrivate dalle Istituzioni e le molte lamentele. Il problema però è anche capire se i voli rischiano di essere cancellati all’ultimo momento e se in tal caso vengano effettuati i rimborsi dei biglietti. Ad esempio, stando ai tabulati aeroportuali di sabato, su Roma Fiumicino molti voli erano stati cancellati e, nell’intera giornata, sono atterrati da fuori dall’Ue aerei da Addis Abeba, da New York, di cui uno Alitalia, da San Paolo in Brasile, sempre di Alitalia, ma anche da Filadelfia, Mosca e Tokyo. Sono stati però molti i voli dai Paesi Ue, soprattutto da Bruxelles, Francoforte, Ginevra, Zurigo, ma anche da Berlino, Parigi, Londra e Nizza. In caso non si riesca a rientrare direttamente in Italia, sabato dall’aereoporto di Doha i voli su tutte queste località erano ancora disponibili.
Finché queste tratte rimarranno aperte però, è difficile che dall’Italia si decida di apprestare un volo in collaborazione con la compagnia di bandiera Alitalia, anche se, qualora i numeri dovessero confermarsi quelli di cui abbiamo notizia, la Farnesina si vedrà costretta ad intervenire.
A chiedergli di agire in questo senso, è stato anche il comunicato rilasciato al termine della riunione di mercoledì scorso dei presidenti dei Com.It.Es, coordinata dal Consigliere CGIE per l’Australia, Franco Papandrea, e alla quale hanno partecipato Francesco Pascalis (Melbourne), Maurizio Aloisi (Sydney), Mariangela Stagnitti (Brisbane), Vittorio Petriconi (Perth), Christian Verdicchio (Adelaide) e Francesco Barilaro (Canberra), oltre che il Segretario Generale del CGIE Michele Schiavone e il Senatore Francesco Giacobbe.Oltre al monitoraggio dei servizi assistenziali per gli anziani della nostra comunità poi, durante il vertice è stato anche affrontato il grave problema dei lavoratori italiani con visti temporanei che vivono in Australia. In questo senso i Com.It.Es, si legge nel comunicato, si impegnano a sensibilizzare le autorità politiche ed amministrative, sia italiane che australiane, in merito alle difficili circostanze e relativi disagi socio-economici in cui diverse centinaia di persone si trovano e si appellano al governo australiano affinché adotti opportune misure, ove necessarie, per l’ulteriore estensione automatica dei visti in scadenza, senza oneri finanziari. Una lettera ufficiale sarà pertanto inviata presto - ha spiegato al nostro giornale il consigliere Papandrea - al Ministro dei Servizi Sociali e della Famiglia, Anne Ruston, per chiederle di agire concretamente e provvedere ad un sostegno efficace per tutti i lavoratori.
Ed è un intervento che va fatto con urgenza e quanto prima, perché mentre da una parte c’è chi tenta di rientrare, dall’altra c’è anche chi resta e comincia a vivere situazioni di disagio per la perdita del posto di lavoro a causa delle chiusure e delle restrizioni. Nei giorni scorsi, dopo aver lanciato un appello al governo federale per allargare i sussidi anche ai lavoratori stranieri in Australia, il Migrant Workers Centre di Melbourne ha messo a disposizione un form online (https://weareunion.typeform.com) sul quale i lavoratori possono iscriversi e spiegare la propria situazione e attraverso il quale vengono indirizzati ai servizi disponibili nel loro Stato di appartenenza. Il governo del Victoria, ad esempio ha istituito un sito internet (https://www.vic.gov.au/workingforvictoria) grazie al quale ci si può iscrivere per entrare a far parte del programma di impiego e assistenza per i lavoratori colpiti dall’emergenza Covid-19 e attivato con 500 milioni di dollari dal premier Daniel Andrews.
È di venerdì poi la notizia che si è andato ingrossando il fronte di quanti chiedono un sostegno più massiccio per le imprese e per tutti i lavoratori, anche quelli con visti temporanei, dopo che la Camera di Commercio e Industria del Victoria ha unito la sua voce agli appelli lanciati dai sindacati e coordinati attraverso il Victorian Trades Hall Council.