LOSANNA (SVIZZERA) - “Nelle circostanze attuali e sulla base delle informazioni fornite oggi dall’OMS, il Presidente del CIO e il Primo Ministro del Giappone hanno concluso che i Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo devono essere riprogrammati a una data successiva al 2020, ma non oltre l’estate 2021, per salvaguardare la salute degli atleti, di tutti i partecipanti ai Giochi olimpici e della comunita’ internazionale”.

Recita cosi’ la parte finale del comunicato con il quale il Cio ha confermato lo slittamento dei Giochi al 2021 come anticipato poco prima dal primo ministro giapponese Abe. “E’ stato concordato che la fiamma olimpica rimarra’ in Giappone ed inoltre che i Giochi manterranno il nome di Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020”. “Il presidente Bach e il primo ministro Abe hanno espresso la loro comune preoccupazione per la pandemia mondiale COVID-19 e per cio’ che sta facendo alla vita delle persone, oltre al significativo impatto che sta avendo sulla preparazione degli atleti per i Giochi”, si legge nel comunicato.

IL CORONAVIRUS ‘SFRATTA’ I GIOCHI

Non ci sara’ l’Olimpiade a Tokyo dal 24 luglio al 9 agosto 2020: l’appuntamento e’ stato fatto slittare l 2021. Alla fine Cio, governo giapponese e organizzatori hanno dovuto prendere atto della situazione: le incertezze legate alla diffusione del coronavirus, la cancellazione di svariati appuntamenti di qualificazione olimpica e il pressing crescente di Comitati, Federazioni e atleti hanno portato a quella che era la decisione a un certo punto auspicata da tutti, ovvero il rinvio dei Giochi inizialmente in programma in estate.

La fiaccola, arrivata nelle ultime ore in Giappone, rimarra’ nel Paese del Sol Levante, e non cambiera’ il nome: anche se si disputeranno nel 2021, i Giochi manterranno il nome di Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo2020. Una scelta coraggiosa quanto inevitabile, arrivata forse in ritardo visto che in tutto il mondo lo sport e’ fermo gia’ da settimane, ma comunque tempestiva dato che a Losanna si sarebbero potuti concedere fino ai primi di giugno prima di fermare i preparativi.

Thomas Bach ha tenuto il punto - ha sempre dichiarato che la cancellazione non era in agenda - ma dal negare qualsiasi ipotesi di slittamento a inizio marzo, piano piano ha dovuto mutare posizione, fino alla riunione di domenica 22 al termine della quale il Cio ha per la prima volta aperto all’ipotesi di rivedere i propri piani. Uno spiraglio diventato sempre piu’ ampio, sotto l’insistenza di chi come Canada e Australia ha minacciato di disertare la rassegna a cinque cerchi qualora si fosse tenuta a luglio, senza dimenticare dirigenti del calibro di Coe, presidente della World Athletics, a guidare il fronte di chi chiedeva il rinvio. Bach ha temporeggiato finche’ ha potuto, ha invitato gli atleti a continuare la preparazione verso Tokyo ma col passare dei giorni le sue parole sono diventate sempre piu’ stonate davanti a una realta’ ben diversa.

A voler trovare forse un punto di non ritorno il pensiero va al torneo di qualificazione olimpica di boxe tenuto a Londra mentre quasi tutti gli altri sport in giro per il pianeta si erano giustamente fermati. Gli incontri sono andati avanti per tre giorni, poi la logica sospensione e una deriva di appelli e richieste che ha portato alla storica decisione. I Giochi comunque si faranno (entro l’estate 2021), solo in una data diversa da quella originaria.

E anche il Giappone tira un sospiro di sollievo davanti al rischio di una nuova beffa: nel 1940 Tokyo avrebbe dovuto ospitare l’Olimpiade estiva, Sapporo quella invernale ma lo scoppio della seconda guerra sino-giapponese provoco’ il trasloco rispettivamente a Helsinki e St.Moritz, prima della definitiva cancellazione - come per Berlino nel 1916 e Londra e Cortina nel 1944 - causa guerra mondiale. Il Sol Levante stavolta avra’ la sua Olimpiade, anche se dovra’ aspettare un po’ piu’ del previsto.

Un caso che ricorda per certi versi Melbourne ‘56, edizione che sembro’ piu’ volte sul punto di saltare, ora per la crisi del Canale di Suez, ora per l’occupazione sovietica dell’Ungheria (diverse nazioni alla fine boicottarono i Giochi), ora per la quarantena prevista per i cavalli che convinse il Cio a spostare l’equitazione addirittura a Stoccolma.

La storia dei Giochi, in fondo, e’ stata sempre sofferta. A Montreal ‘76 ben 27 paesi africani, a cui si aggiunsero Iraq e Guyana, decisero di non partecipare per protestare contro la Nuova Zelanda, la cui squadra di rugby si era resa ‘colpevole’ di essere andata a giocare nel Sudafrica dell’apartheid, contro selezioni di soli giocatori bianchi.

Mosca ‘80 e Los Angeles ‘84 spostarono in campo sportivo la guerra fredda in atto fra Usa e Urss, coi due Paesi che rifiutarono il reciproco invito, portando con se’ altre nazioni (una sessantina nel primo caso, tutte quelle del blocco sovietico nel secondo).
Anche Tokyo, ma per ragioni sanitarie, si e’ trovata a fare i conti con minacce di boicottaggio prima che il Cio si risolvesse per il rinvio.
Adesso non resta che sperare di lasciarsi alle spalle questa pandemia il prima possibile e riprendere la marcia verso il sogno a cinque cerchi.

ATLETI FELICI PER RINVIO TOKYO2020, MA C’E’ IL DUBBIO DI FRANCISCA

Un sospiro di sollievo per molti, spaventati dall’emergenza sanitaria. Ma anche una preoccupazione per i piu’ esperti, che avevano identificato Tokyo2020 come l’ultimo appuntamento della carriera.

L’inevitabile decisione presa dal Cio e dal governo giapponese di posticipare al prossimo anno i Giochi Olimpici e Paralimpici fa felice la maggior parte degli atleti, ma non tutti, in particolare Elisa Di Francisca. “E’ una scelta che dovro’ metabolizzare - ha ammesso la schermitrice azzurra, due ori a Londra2012 e un argento a Rio2016 - sul piano squisitamente personale e’ difficile da accettare. Ho fatto tantissimi sacrifici e pensare di farne ancora e’ per me in questo momento un bel peso”.

Se la Di Francisca dovra’ pensare bene al futuro, non ha nessun dubbio Federica Pellegrini che continuera’ a nuotare sino a Tokyo: “Ci si e’ messo anche il coronavirus a non farmi smettere, si vede che e’ destino. Io sono fatalista e andro’ avanti a nuotare - ha dichiarato la veneta - Le avessero posticipate di due anni, questo mi avrebbe invece portato a ritirarmi adesso”.

Pensieri diversi per un altro schermidore esperto come Aldo Montano: “Questa notizia cambia i piani - ha ammesso - Ho 42 anni e avevo indicato in Tokyo il traguardo della mia carriera”.

Il richiamo a cinque cerchi, per il presidente del Coni Giovanni Malago’, sara’ comunque piu’ forte di tutto: “Sono convinto che non perderemo nessun atleta per strada”, ha dichiarato il numero uno dello sport italiano.

Chi sicuramente ci sara’ e’ Arianna Errigo: “Mi dispiace tantissimo perche’ noi atleti diamo tutto nei quattro anni in funzione dell’Olimpiade - ha sottolineato la schermidrice, medaglia d’argento a Londra 2012 - ma e’ una scelta piu’ che giusta”.

E a Tokyo ci sara’ anche Gregorio Paltrinieri, pronto a primeggiare sia in piscina che in acque libere: “Adesso non ci resta che aspettare le date precise - ha detto il nuotatore carpigiano - ma saro’ pronto”.

Il suo ‘gemello diverso’ Gabriele Detti e’ d’accordo: “Sarebbe stata una competizione poco equa - ha dichiarato il livornese - continueremo ad allenarci per tenere alto il nome dell’Italia”.

Anche Simona Quadarella arrivera’ ai Giochi giapponesi con grande aspettative: 2020 o 2021 per lei non fa nessuna differenza. “A me un anno in piu’ non cambia molto - ha dichiarato la nuotatrice romana  - Prendo questo rinvio come una sorta di opportunita’ perche’ ho piu’ tempo per crescere e migliorare”.

Un rinvio che anche Fabio Fognini, numero undici del mondo del circuito maschile di tennis, accoglie con favore: “Sono d’accordo con il Cio - ha detto il numero due d’Italia - Vista la situazione, se il torneo olimpico si fosse giocato nel 2020 io non ci sarei andato”.

Gli fa eco Daniele Lupo, medaglia d’argento a Rio 2016 nel beach volley in coppia con Paolo Nicolai: “La scelta di rinviare i Giochi e’ la cosa migliore - ha sottolineato l’azzurro - anche se un anno e’ lungo e non tutti gli atleti sono giovani”.

“Sono felicissima, penso che il Cio abbia preso la decisione piu’ giusta”, ha affermato la campionessa olimpica di tiro a volo, Diana Bacosi.

Per Filippo Tortu “l’attesa sara’ ancora piu’ bella e avro’ un anno in piu’ per prepararmi”, mentre per Gianmarco Tamberi, assente nel salto in alto alle Olimpiadi di Rio per via di un infortunio, e’ “un arrivederci Tokyo”.

“Lo slittamento non cambia le mie aspirazioni, lo sport puo’ aspettare”, ha spiegato il ciclista Vincenzo Nibali, trovando pienamente d’accordo il collega Elia Viviani, oro olimpico su pista a Rio2016: “Cara Olimpiade, ci vediamo nel 2021”.