BUENOS AIRES - El Ojo del Arte (l’Occhio dell’Arte), il progetto a cura della storica dell’arte Gisela Asmundo, è stato dichiarato di interesse culturale dalla Camera dei deputati del Congresso nazionale. 

Per festeggiare il traguardo, venerdì 12 settembre è stata organizzata una cerimonia al Circolo Italiano, dove il deputato Hernán Lombardi (Propuesta Republicana) ha consegnato formalmente il riconoscimento. 

Spiegando le ragioni per cui è stato assegnato il riconoscimento, Lombardi ha affermato che “pochi progetti di questo tipo riescono a compiere con il duplice obbiettivo di creare contenuti di grande valore e sua volta diffondere la cultura tra un pubblico amplio. La comunicazione è stata sempre l’aspetto più debole dell’Argentina, un paese che produce tantissima cultura ma a cui non sempre riesce a visibilità”. 

La storica dell’arte e produttrice Gisela Asmundo ha creato El Ojo del Arte durante la pandemia, con l’obiettivo di mantenere le persone in contatto con la cultura quando non si potevano visitare i musei e gli artisti non avevano più occasione di mostrare il loro lavoro nelle gallerie. 

Da allora è cresciuto esponenzialmente. Oltre alla piattaforma online che offre notizie sulle esposizioni in corso e contenuti informativi, oggi include un programma radio che va in onda su Metro951 ogni domenica a mezzogiorno, con interviste ad artisti affermati e giovani promesse. 

Sui i social media vengono spiegati i movimenti artistici del passato alle nuove generazioni e periodicamente vengono organizzati eventi sociali per giovani nel Museo delle Belle Arti di Buenos Aires. 

Come ha sottolineato Lombardi, che è anche vicepresidente della commissione culturale della Camera e per questo era la figura deputata alla consegna del riconoscimento a Gisela, la capillarità del progetto è uno degli aspetti per cui El Ojo del Arte è stato dichiarato di interesse culturale. 

Gisela è impegnata a diffondere tanto la storia dell’arte, a cui è particolarmente affezionata, come i nuovi artisti del panorama contemporaneo. “Sul sito sono disponibili moltissimi testi di indole accademica, ma abbiamo sviluppato la sezione Art-Proust con la missione di spingere il panorama contemporaneo argentino” ha spiegato Asmundo.  

Ispirandosi a successi del passato si può pensare al futuro dell’arte locale; la stessa Gisela Asmundo ha evidenziato che “con il sostegno delle istituzioni lo sviluppo economico può andare a braccetto con quello culturale”, fornendo come esempio il ruolo del museo MoMa di New York nell’affermazione dell’arte pop durante il boom del capitalismo. 

Non a caso erano presenti molti giovani del mondo dell’arte della capitale, come i proprietari di Galeria Grasa, lo spazio espositivo rivelazione delle ultime edizioni di ArteBa, insieme con l’artista Alejandro Moreyra, ora in mostra da loro. 

Alla celebrazione, condotta da Cristina Pérez, hanno assistito anche il nuovo Console d'Italia in Buenos Aires Lorenzo Conti, con la ministra della Cultura della Città di Buenos Aires Gabriela Ricardes. E ovviamente il team di produzione di El Ojo del Arte, tra cui il critico d’arte Manuel Quaranta che, come inviato speciale del programma radio alla Biennale di Venezia, ha presentato una breve conferenza sul tema di quest’anno: “Stranieri ovunque”. 

Come spiegato da Quaranta, il titolo della Biennale proponeva una riflessione sull’identità, sia nei contesti foranei come in quelli di appartenenza.  

Gisela Asmundo ha accennato alle sue radici italiane, dicendo che – appunto – il Novecento è stato un secolo segnato dalla migrazione. “Siamo costituiti da diverse culture, io stessa sento un forte legame con l’Italia ed è per questo che siamo qui al Circolo Italiano – ha affermato – un luogo che mi rimanda a quell’aspetto di me stessa”. 

Manuel Quaranta ha concluso la sua presentazione con un breve testo, scritto per invitare i presenti ad analizzare un concetto da lui riassunto in queste parole: “L’incontro con lo straniero, con la stranezza, con l’altro... è una deviazione imprevista dalla vita normale, è l’esperienza inedita di imparare a parlare un linguaggio diverso da quello famigliare. In definitiva, è la possibilità di dare una forma nuova alla nostra storia personale”.