ROMA - Gli Stati Generali non sembrano aver avuto l’effetto benefico sperato dai vertici del M5s. Pochi giorni fa, infatti, l’ex deputato Alessandro Di Battista, forse il leader che ha attualmente maggiore seguito tra la base pentastellata, ha ribadito che non accetterà di entrare in segreteria qualora nel documento finale non siano inserite tutte le sue richieste, tra cui l’immediata revoca delle concessioni ai Benetton.
Poco prima, la deputata Elisa Siragusa, eletta all’estero, aveva annunciato l’addio al Movimento e due altri deputati sono stati sospesi per due mesi dal gruppo parlamentare per aver votato in modo contrario al referendum sul taglio degli eletti.
Ma la spaccatura interna più evidente è arrivata giovedì dalla Regione Puglia, dove Michele Emiliano, dopo una trattativa durata più di due mesi, è riuscito a convincere i vertici del M5s locale a entrare in Giunta, riuscendo a far votare un grillino come vicepresidente dell’assemblea e riservando per i 5 Stelle l’assessorato al welfare.
Il via libera all’accordo “storico” è arrivato anche dal capo politico Vito Crimi, ma fortemente contraria è stata la candidata alle Regionali, Antonella Laricchia, che, dopo essersi opposta con tutta se stessa, ha denunciato il tradimento dei suoi compagni di partito: “Entrare oggi nella maggioranza - ha detto - è un tradimento della volontà di chi ci ha votato”.