MILANO – Ormai la cosa è chiara, il Milan di Fonseca non conosce le mezze misure. Una squadra capace di andare a vincere a Madrid e di pareggiare a Cagliari, di non correre rischi contro la Juventus e di prendere gol in contropiede a campo aperto contro lo Slovan Bratislava.

Ecco perché quella parola, “equilibrio”, è sempre più spesso nominata nelle conferenze pre e post partita, un concetto che però la squadra fa fatica ad assorbire e a portare in campo. Per Fonseca, il problema c’è (e non potrebbe negarlo) ma non è sempre lo stesso: “A volte i problemi arrivano con le partite - ha spiegato il portoghese in conferenza -. Contro la Juve abbiamo lavorato tanto sull’organizzazione difensiva e la squadra ha fatto bene, in Champions abbiamo incontrato una squadra di transizione e abbiamo avuto problemi. Ma i giocatori capiscono. In ogni caso siamo la quinta difesa del campionato, abbiamo preso tanti gol quanti l’Inter e la Lazio, a volte di un problema facciamo un mostro. Noi lavoriamo per migliorare, il problema di Bratislava non è tattico, ma di lettura individuale. Abbiamo vinto, quindi va tutto bene? No, abbiamo avuto problemi difensivi su cui non posso chiudere gli occhi”.

Non potrebbe fare altrimenti, perché 22 gol in 17 gare ufficiali sono comunque troppi, oltre al fatto di dare sempre la sensazione di poter essere infilati da avversari che sfruttano l’eccessiva leggerezza nella fase difensiva, cosa che impedisce al Milan di comandare le partite dall’inizio alla fine: “Non è facile essere dominanti sempre contro l’Empoli o contro l’Atalanta per le caratteristiche degli avversari. La squadra crea, ma vogliamo equilibrio, perché la cosa più importante è cercare questo equilibrio tra momenti offensivi e difensivi”. Eccolo, l’equilibrio, ancora lui, al momento molto più croce che delizia.

Fonseca ha voluto mettere in guardia i suoi dai rischi che arriveranno dall’Empoli (“Domani sarà molto difficile, sono molto aggressivi nel momento difensivo. Non prendono gol, sono la quarta miglior difesa”), una partita che però il Milan sa di dover vincere a ogni costo, perché il ritardo in classifica è già importante e la corsa alla prossima Champions in parte già compromessa. Almeno a detta degli osservatori esterni, perché poi, sentendo Fonseca, la situazione non è così grave: “Mi piacerebbe avere più punti - ha detto -. Ma vado avanti con positività e sono sicuro che alla fine saremo davanti a qualcuna delle squadre che sono avanti a noi. Piano, piano stiamo migliorando. Ma quando si cambia tanto è più difficile”.

Contro l’Empoli sarà un altro bivio, un’altra partita da non fallire, cosa che non fa che aumentare la pressione attorno alla squadra e all’allenatore: “A Madrid eravamo sotto pressione, io posso dire che adesso sono esperto nel momento di pressione: dal primo giorno che sono qui tutte le partite sono così. Non sento più pressione che in altre partite. La pressione da primi è diversa? Per questo dico che sono esperto, non sono stato ancora là su (sorride, ndr). La squadra che è prima, il Napoli, ora sente grande pressione, magari per me ora è una pressione diversa da quella del Napoli. Qui si lavora tanto ma io dormo sempre molto bene”.

Chi potrebbe aiutarlo a dormire ancora meglio è Leao, tornato ad alti livelli dopo mesi di grandi difficoltà. “Se sono d’accordo che è meglio averlo in campo che in panchina? Adesso sì. Gli allenatori hanno diverse strategie. Io ne ho usate due: una non ha avuto risultati, l’altra mi sembra di sì. Sono molto soddisfatto della reazione di Rafa alla panchina. La squadra ha bisogno di questo Rafa. Qual era l’altra che non ha funzionato? Non posso dirla”, ha chiuso sorridendo.