FIRENZE - Inizia oggi a Coverciano l’ultimo ritiro dell’anno della Nazionale che si troverà ad affrontare anche le ultime due gare del girone di qualificazione ai prossimi Mondiali 2026. Gare che, salvo sorprese, relegheranno ufficialmente gli azzurri al secondo posto, con i play-off da affrontare fra quattro mesi, a marzo, per cercare di essere fra le 48 squadre presenti alla rassegna iridata.

Questi giorni prima delle sfide contro Moldova e Norvegia “sicuramente non saranno una scampagnata. Voglio vedere massimo impegno e proseguire su quello che abbiamo cominciato a fare da settembre. Ci saranno due partite ufficiali, indossiamo la maglia azzurra, sicuramente metteremo in campo nella prima giocatori che hanno avuto fino a qui poco spazio, e nella seconda faremo qualcos’altro. Dobbiamo pensare a noi, non a quello che farà la Norvegia, e ci dovremo far trovare pronti” ha esordito il ct Rino Gattuso, che non si aspetta un passo falso dagli scandinavi contro l’Estonia che riaprirebbe i giochi per il primo posto.

Meglio concentrarsi sulla trasferta di Chisinau perché “partite facili non ce ne sono e quindi mi aspetto una gara difficile. La trappola è sempre dietro l’angolo, ma noi lo sappiamo bene ed anche i miei giocatori lo sanno”.

“Per me è più importante la prima partita che la seconda, perché quella con la Norvegia si prepara da sola. Sappiamo bene che in questo momento la Norvegia è una squadra che ti può mettere in grandissime difficoltà per le caratteristiche che ha, hanno velocità, forza fisica e sono una squadra in salute. Penso che la nostra sfortuna in questo girone è che abbiamo trovato una Norvegia che sta esprimendo un calcio eccezionale. Però rimango della mia idea, la partita da preparare mentalmente e a cui stare attenti è quella contro la Moldova. Un’alternanza di moduli fra le due partite? Si, ma non lo facciamo per scaramanzia. Lo dico perché ci sono state polemiche su questo. Io penso che quando una squadra riesce a fare più di un modulo è tanta roba”.

Il ct ha deciso di puntare per affrontare le prossime due sfide su un gruppo ormai consolidato, con una sola vera novità, Caprile, e qualche ritorno importante.

“Gente come Zaniolo, Palestra e tanti altri hanno fatto cose interessanti, però dopo le scelte vengono fatte con un criterio. È normale che mi piace lavorare con giocatori con cui stiamo lavorando già da un pò di tempo, però le porte della Nazionale, come dico sempre, non sono chiuse. Guardiamo tutti, giriamo tantissimo e guardiamo tutti”.

Per quanto riguarda l’assenza di Chiesa, “io parlo spesso con lui, bisogna rispettare le scelte e le problematiche che ognuno di noi ha. Io e lui sappiamo bene quel che ci diciamo, devo rispettare quel che mi dice il giocatore, altro non posso dire. Se è stato lui a scegliere di non essere convocato? Si, è una cosa di facile lettura”.

Fra i ritorni in Nazionale c’è quello di un altro attaccante spesso bersagliato dagli infortuni negli ultimi anni.

“Scamacca non mi deve dimostrare nulla, lui sa che cosa mi piace vedere negli allenamenti, sicuramente se è qua è perché credo fortemente in lui, ha attraversato momenti difficili, ha avuto infortuni seri, però è innegabile che è un giocatore che ha qualità, balistica, e che riesce a fare cose importanti. Deve guardare a quel che hanno fatto i suoi compagni. Kean? Non doveva giocare la partita di coppa che ha giocato la Fiorentina la settimana scorsa, l’hanno buttato dentro, ha rischiato, ha preso questo colpo dove aveva fastidio e l’abbiamo perso, però penso che da qui a quattro mesi ancora c’è tempo. Dispiace, però abbiamo attaccanti forti, che ci hanno dato una grandissima mano e sicuramente ci aspettiamo tanto da loro”.

Dopo aver anticipato che nei prossimi mesi sarà molto occupato (“abbiamo buttato giù oggi un programma fino ai prossimo 15-16 gennaio: con il mio vice andremo a vedere 15-20 partite ciascuno, ed io andrò in Arabia Saudita per la Supercoppa Italiana”), e aver escluso raduni prima delle due gare dei play-off (“ci abbiamo lavorato con il presidente Gravina, con Buffon e col resto della Figc, ringraziamo anche la Lega che ci sta dando una grandissima mano, ma non c’è spazio. Forse a febbraio ci ritroveremo qua uno o due giorni, ma poi starà a noi andare a trovare i ragazzi”), Gattuso è stato interpellato su un calcio italiano che spesso ha partite non divertenti.

“Ritmi bassi in serie A? Ho la mia idea, che non è solo la mia. Il problema è che la tattica del nostro campionato la fa da padrone. Ci sono allenatori bravissimi a livello tattico, che preparano le partite in maniera incredibile e gli spazi a differenza degli altri campionati sono molti meno. In altri campionati si gioca a campo aperto e vedi picchi di velocità diversa”.

In serie A “mi piace il coraggio, che non è una novità perché l’ha sempre avuto, di Italiano, e quello di Gasperini, basti vedere Mancini che nelle ultime due o tre partite sembra Cafù, un pendolino, visto che è sempre in area a riempire e a mettere i cross”.

Italiano e Gasperini “non hanno paura, sono allenatori che sistematicamente ti portano quattro-cinque uomini in zona offensiva, rischiano di stare uno contro uno quando non hanno la palla, complimenti a loro. Il Napoli? Io so che lì c’è un grande uomo e un allenatore - il riferimento ad Antonio Conte - che ha vinto tanto e che sa come muoversi. Ho lavorato per 19 mesi a Napoli, so che dopo quando si vince è sempre difficile riconfermarsi ma penso che Conte abbia la forza e la capacità di uscire da questo momento, anche perché se andiamo a vedere la classifica sono tutti là”.