I pionieri che hanno forgiato la Lygon Street se ne stanno andando tutti.
Qualche settimana fa a lasciarci è stato Giancarlo Caprioli, che dal 1978 ci ha sempre dato il benvenuto allo University Cafè.
Nato a Roma, a San Giovanni in Laterano, nel 1935, in pieno periodo fascista e negli anni della guerra, Giancarlo, il secondo di tre figli di Orlando e Giulia, dopo la separazione dei genitori è stato cresciuto da una zia e dai nonni.
Ha studiato odontotecnica, una professione che non ha mai intrapreso. Negli anni ’50 guardava da lontano i grandi cambiamenti sociali e l’arrivo della favolosa Dolce Vita e del boom economico, mentre era sempre più affascinato dall’avventura dell’emigrazione e dall’opportunità di riuscire a fare qualcosa con la sua vita.
Belloccio, carismatico dalla parlantina facile, l’aria vivace e un po’ guascone, Giancarlo è sbarcato in Australia nel 1960, quando aveva 25 anni. Dopo un primo lavoro in un cantiere in un piccolo borgo del NSW, dove ha subito accantonato pala e piccone per cucinare per le maestranze, Giancarlo è approdato a Melbourne, dove ha affittato una stanza a Parkville e trovato lavoro da Don Basilio Caffè, a Lygon Street a Carlton, un locale frequentato da tanti immigrati con storie simili alla sua.
Simpatico, accattivante, carismatico e con una personalità coinvolgente e la battuta sempre pronta, Giancarlo è diventato subito il centro dell’attenzione, anche per la giovane Beverley Edwards che lavorava nello stesso caffè: “Ti sposerò”, le annunciò un giorno Giancarlo, e Beverley pensava fosse un’idea assurda, che piano piano cominciò a farsi strada nella sua mente e nel suo cuore. La loro storia iniziò e il loro amore lo coronarono sette mesi dopo, sposandosi, nel 1961, in tempi non semplici per un’unione tra un immigrato italiano e un’australiana.
Un giorno Beverley voleva sorprendere Giancarlo, manifestandogli il suo amore in italiano e si rivolse a un collega romano, chiedendosi come si dicesse ‘I love you’, e questi gli rispose che si diceva “va a morì ammazzato”. Così, dopo quel primo errore di traduzione, Beverley ha imparato l’italiano, e la coppia con duro lavoro e un po’ di risparmi ha acquistato il Cafè Sport, un’istituzione di Lygon Street per gli immigrati italiani che avevano una vita sociale molto attiva, e dove Beverley e Giancarlo hanno capito che il loro futuro sarebbe stato nel settore dell’ospitalità e della ristorazione.
Con i primi guadagni Giancarlo è riuscito a far venire in Australia sua sorella Nelly, e qualche anno più tardi, la madre Giulia. Poi nel 1963 Beverley e Giancarlo hanno dato il benvenuto a Deborah, seguita nel 1969 da Lara e nel 1973 da Antonio. La famiglia Caprioli era ormai al completo, circondata da amore e affetto.
Con la vendita di Caffè Sport, Beverley è andata a lavorare in amministrazione e Giancarlo come cameriere nei ristoranti più in vista dell’epoca, mentre la famiglia si trasferiva in una bella casa con lo steccato bianco e un cane. I Caprioli hanno rilevato lo University Cafè nel 1978, e Giancarlo ha trasferito tutto il suo fascino e la sua esperienza nel locale, diventando un vero e proprio uomo della gente.
In pochi anni il bar è diventato un luogo d’incontro per la comunità italiana e quella australiana. Destinazione di rito per esponenti politici e della magistratura, professori universitari, intellettuali e anche qualche poco di buono, che amavano la buona cucina italiana e la buona compagnia, e venivano tutti accolti con gentilezza, affabilità, grande umanità e senso dell’umorismo da Giancarlo, oste perfetto.
Un vero gentiluomo con una predisposizione a far sentire chiunque a suo agio, Giancarlo ha reso l’University Cafè un’isola di italianità, tanto da essere scelto dall’Ufficio del protocollo della Presidenza della Repubblica Italiana come meta per il caffè del mattino dell’allora presidente Francesco Cossiga, durante la sua visita in Australia nel 1988, un episodio sempre raccontato con grande orgoglio da Giancarlo.
Ho conosciuto Giancarlo al mio arrivo a Melbourne nel 1982, quando gli chiesi un lavoro, e mi rispose che non aveva bisogno di personale, ma di recarmi da Toto’s Pizza, dove mi assunsero subito grazie alla sua raccomandazione, e anch’io mi sentì parte del suo ‘giro’ di amici.
Un uomo di famiglia, Giancarlo era orgogliosissimo dei suoi otto nipoti.
L’ultimo anno è stato difficile per Giancarlo che lo ha affrontato con stoicismo e se n’è andato circondato dall’affetto di Beverley, i figli, il cognato e i nipoti. Grazie Giancarlo per quello che sei stato per tanti di noi e per l’importante impronta di italianità che lasci in eredità alla città di Melbourne e che perdurerà a lungo. Sarai sempre nel cuore di tutti coloro che ti hanno conosciuto e voluto bene.