TRENTO - Nel mondo del ciclismo c’è chi teme le grandi salite e c’è Gilberto Simoni. Cinquant’anni compiuti ieri, mercoledì, ricordato come il “Gibo d’Italia” per le sue due vittorie nella corsa rosa del 2001 e 2003, nella sua carriera il trentino ha raccolto tante soddisfazioni, tra cui anche cinque podi e successi di tappa al Tour e alla Vuelta. Di Palù di Giovo, Simoni è cresciuto nel mito del concittadino Francesco Moser, di cui diventa anche parente sposando Arianna Sebastiani, figlia di Anna sorella dell’ex ciclista, e preferisce la bici al calcio, sognando il tripudio di una vittoria in Italia. A 50 anni può dire con orgoglio di avercela fatta. “Quando arrivavano le montagne gli altri non dormivano, io invece le aspettavo per dormire di più”, il suo motto. E come dargli torto. Due le bandierine poste sullo Zoncolan, altrimenti detto “Kaiser” o “Mostro” per la sua durezza: basterebbe questo per intimorire chiunque, ma non Gibo che nel 2003 si impose sul versante da Sutrio (prima e unica volta in cui si è corso di lì) e nel 2007 da Ovaro, ancor più duro con pendenze oltre il 20%.
In salita era uno dei pochi che riusciva a tener testa a Marco Pantani: la rivalità con il “Pirata” riusciva ad accendere il cuore degli appassionati, anche grazie ai due profili opposti dei due protagonisti. Così come nel 2003, edizione del Giro in cui Simoni vestì i panni del cannibale con maglia rosa e ciclamino oltre a tre tappe, l’ultima di queste alla Cascata del Toce in cui Pantani provò ad attaccare a più riprese. “Ho vinto per me stesso e basta”, le sue parole al traguardo, col dente avvelenato per l’esclusione dal Giro 2002 per una controversa positività alla cocaina e il successivo scagionamento. Disse addio al ciclismo solamente nel 2010 e, ovviamente, nel “suo” Giro d’Italia dove raccolse anche un secondo posto sulla Cima Coppi del Passo Gavia: al termine della cronometro conclusiva all’Arena di Verona si congedò sfoggiando camicia e cravatta al di sotto della tuta della Lampre, la sua ultima squadra. Collare d’oro al merito sportivo nel 2004, Simoni adesso si gode la famiglia e i tre figli pur mantenendo la passione per la bici, inseparabile compagna per pedalate di svago dopo le infinite battaglie agonistiche su strada o mountain bike.