MILANO - Roglic e Ayuso gli uomini più quotati, ma Ciccone e Tiberi potranno dire la loro: inizia venerdì il Giro d’Italia numero 108 privo del ‘mattatore’ Tadej Pogacar, con diversi favoriti per la vittoria finale.
Francesco Moser, in un’intervista all’Italpress, ha analizzato la Corsa Rosa: “Roglic e Ayuso sono i due uomini più quotati, poi bisogna di tener conto Hindley e Bernal, entrambi hanno vinto il Giro. Noi abbiamo Ciccone e Tiberi, sono loro due gli uomini che possono fare classifica”.
L’ex fuoriclasse trentino, vincitore nel 1984, ha parlato delle difficoltà del percorso e della gestione delle tre settimane: “Quelli che hanno programmato di fare il Giro arriveranno in buone condizioni. Per vincere devi avere una buona squadra che ti aiuti il più possibile perché se si deve intervenire sempre tu che sei in classifica, a risolvere i problemi, diventa difficile. Roglic mi pare che ce l’abbia la squadra, ma anche quella di Ayuso è forte per quello, loro (la Uae Team Emirates, ndr) sono una corazzata. Non bisogna mai perdere la testa della corsa e risparmiare il più possibile. Bisogna cercare di mantenere il fisico più integro possibile per arrivare nelle ultime tappe, che saranno decisive, ad essere in condizioni di difendersi o di attaccare”.
Campione del mondo nel 1977, Moser ha anche parlato del nuovo chilometro Red Bull, che darà nuovi abbuoni: “Adesso vedremo che effetti avrà sulla classifica, perché sono curioso. Quello di oggi è un ciclismo totalmente diverso - ha aggiunto - bisogna che i corridori riescano a usare la tecnologia nel miglior modo possibile, sia per le preparazioni che per le gare. Poi lì gioca molto la direzione della squadra, sono loro che gli danno gli ordini dalla macchina. Noi non avevamo il contatto diretto con le radioline e di conseguenza era tutta un’altra corsa”.
Non sarà dunque facile gestire il Giro, considerata anche la difficoltà rispetto alle Classiche di un giorno: “È più difficile vincere il Giro perché dura tre settimane, non puoi permetterti di riposarti, devi sempre stare in testa, avere tutto sotto controllo e perdere il meno possibile”.
Le speranze italiane saranno invece tutte su Giulio Ciccone: “È arrivato secondo alla Liegi, è andato bene anche al Tour of The Alps che sono andato a vedere. Gli ho anche parlato nell’ultima tappa, eravamo lì nello stesso albergo. Mi pare abbastanza carico, speriamo che sia protagonista, che magari riesca a vincere una tappa o prenda anche la maglia”.
Non manca il ricordo del Giro vinto nel 1984: “La tappa più bella della mia carriera? La cronometro di Verona, mi ha permesso di scavalcare Fignon nella classifica generale”.