Ad eccezione dell’episodio che non ha pregiudicato la vittoria della Dea a Venezia, le altre decisioni potevano portare a risultati diversi da quelli finiti in archivio. La Lazio, in seguito alla precedente giusta espulsione di Romagnoli, è rimasta con un uomo in meno nel momento decisivo; l’Empoli ha perso con il Napoli; l’Udinese ci ha rimesso il pareggio al Meazza con il Milan al netto dei due gol cancellati per millimetrici fuorigioco, Tanta roba.
Il designatore Rocchi, fin troppo ondivago nelle sue valutazioni, non può giustificare in particolare il rigore regalato alla capolista, sia perché non c’è stato alcun step-on-foot di Anjorin su Politano, sia perché l’eventuale ostruzione è una barzelletta. Se gli errori degli arbitri in campo, pur figli di un disorientamento generale, sono ammissibili, non lo sono quelli dei colleghi al Var che spesso guardano il pelo nell’uovo e poi non procedono alla revisione di casi più seri. Si ha l’impressione che il designatore Rocchi sia più portato a fare il politico che il tecnico. Eppure i suoi sottoposti avrebbero tanto bisogno di un allenatore che ne faccia migliorare le prestazioni. Come accadeva ai tempi di Casarin. Pur nel rispetto delle rispettive autonomie, il presidente Gravina non può restare spettatore silente.
In questo lungo week-end di polemiche, tutte le grandi hanno vinto sia pure con qualche difficoltà. Il Napoli, mantenendo la vetta, s’è affermato a Empoli al termine di una partita sporca che – parole di Conte – ha penalizzato i toscani. Ma così si va lontano, ricordava Trapattoni ai tempi della Juventus. L’ex ct della nazionale non vuole sentire parlare di scudetto. Vista però la situazione e conoscendone il temperamento, farà il massimo per tenere in alto la squadra partenopea.
Probabile in un prossimo futuro una maggiore utilizzazione di Neres, il migliore velocista del campionato. Alle spalle l’Inter con un punto di vantaggio sulla Juventus. Il successo dei nerazzurri all’Olimpico sulla Roma, maturato nelle formidabili ripartenze, è più largo di quanto dica il punteggio per le strepitose parate di Svilar. Ma Inzaghi, oltre ai 3 punti, si porta a casa anche gli infortuni di Calhanoglu e Acerbi per problemi muscolari: un guaio in vista dei prossimi impegni. Dietro la Juve che ha vinto di cortomuso, ma fatica a segnare. I bianconeri non hanno mai tirato in porta in tre primi tempi nelle ultime cinque gare: un segnale allarmante per gioco e organico. Poi il Milan vittorioso sull’Udinese fra le polemiche e senza Leao.