La notizia circolava da giorni, ora è ufficiale: Helmut Marko lascia la Red Bull dopo vent’anni di collaborazione e un palmarès straordinario che comprende sei titoli Costruttori e otto Mondiali piloti. Una figura chiave, quella dell’austriaco, capace di scoprire e valorizzare talenti come Sebastian Vettel e Max Verstappen, protagonisti assoluti dell’ultimo ventennio di Formula 1.
Dopo l’addio di Christian Horner, anche il superconsulente austriaco saluta la scuderia di Milton Keynes, chiudendo un capitolo storico per Red Bull. Marko, oltre al ruolo di consulente, è stato il capo dell’Academy che ha formato generazioni di piloti poi approdati stabilmente in F1. Tra tutti, Verstappen, che lo ha definito più volte un “secondo padre” per il peso decisivo che ha avuto nella sua crescita.
A confermare la separazione è stato il nuovo team principal Laurent Mekies: “Con tristezza annuncio l’uscita di Helmut Marko. È stato parte integrante del nostro team per oltre due decenni. La sua partenza lascerà un vuoto enorme. Gli sono grato per il supporto, anche personale, e per avermi riportato nella famiglia Red Bull. Helmut è un vero racer, sempre pronto a rischiare per raggiungere gli obiettivi”.
Marko ha salutato con parole dal forte valore simbolico: “Ho vissuto nel motorsport per sei decenni, di cui venti in Red Bull. È stato un percorso straordinario, intenso e di grande successo. Ho capito che era arrivato il momento di chiudere questo lunghissimo capitolo”.
Il contributo dell’austriaco è stato determinante nella costruzione di una generazione di piloti. Oltre ai quattro volte iridati Vettel e Verstappen, sotto la sua guida sono cresciuti anche Carlos Sainz, Pierre Gasly, Alexander Albon e molti altri oggi protagonisti in Formula 1. L’ultimo talento lanciato dall’Academy è Isack Hadjar, destinato a diventare compagno di squadra di Verstappen dal 2026.
Il celebre “metodo Marko” è sempre stato caratterizzato da decisioni rapide, talvolta drastiche. Promozioni improvvise, ma anche retromarce fulminee: emblematico il caso di Liam Lawson, retrocesso dopo due gare senza punti.
Non sono mancate polemiche, come l’accusa rivolta a Kimi Antonelli dopo il GP del Qatar (“si è fatto superare apposta da Norris”), dichiarazione che ha costretto Red Bull a scusarsi pubblicamente con il pilota Mercedes.
Con l’uscita di Marko, si completa una vera rivoluzione interna: dopo Adrian Newey e Christian Horner, anche un’altra colonna storica lascia la scuderia austriaca. La Red Bull del futuro dovrà ricostruire assetti tecnici e dirigenziali profondamente diversi, mentre resta da capire quanto questa trasformazione influenzerà il progetto sportivo nei prossimi anni.
Di certo, l’eredità di Helmut Marko resterà impressa nella storia del team e della Formula 1.