TORINO - Sono passati 35 lunghissimi anni dalla strage dello Stadio Heysel di Bruxelles in cui perirono 39 persone, fra cui 32 italiane prima della finale della Coppa dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool.
Due squadre che dopo quella tragica notte si affrontarono sul rettangolo verde in un’altra duplice occasione, nel corso della Champions League 2004/2005 quando ai quarti di finale ebbero la meglio i Reds grazie al 2-1 di Anfield Road seguito dallo 0-0 allo stadio delle Alpi di Torino.
Prima della partita di andata giocata sul campo degli inglesi, i tifosi del Liverpool mostrarono la scritta “amicizia” sulle tribune ma molti dei tifosi juventini presenti in quella trasferta voltarono le spalle sia alla coreografia sia all’ingresso delle due squadre in campo.
E se una grossa fetta della tifoseria bianconera organizzata non ha mai perdonato quella del Liverpool, e non c’e’ partita in cui all’Allianz Stadium di Torino non riecheggino i cori “Odio Liverpool” e “English animals”, i rapporti tra i due club sono rimasti saldi nel tempo.
La Juventus convive da quel maledetto 1985 con il tremendo ricordo di quella notte e non passa anno in cui non vengano ricordate con molteplici celebrazioni le 39 vittime.
Nel 1986, un anno dopo quanto accadde a Bruxelles, fu scoperta una stele nell’allora sede di piazza Crimea alla presenza dei vertici societari di quei tempi e del presidente dei Reds arrivato insieme ad una delegazione inglese.
Il Liverpool, che da sempre ha mostrato grande senso di responsabilita’ per quel che accadde prima di quella finale, ha una sezione del proprio sito internet dedicata proprio a quella notte maledetta, ogni anno ricorda quella tragedia e il 26 maggio 2010, in occasione del 25esimo anniversario, scopri’ una targa permanente su un muro di Anfield per onorare le vittime della tragedia alla presenza degli ex giocatori Sergio Brio e Phil Neal. Alla celebrazione del 2015, sotto quella stessa lapide presente ad Anfield, a rappresentare la Juventus ci furono invece Gianluca Pessotto e Massimo Bonini.
Nel 2005, proprio prima del gia’ citato Liverpool-Juventus di Champions League, Ian Rush e Michel Platini effettuarono un giro di campo reggendo una targa con gli stemmi dei due club e la scritta “Liverpool v Juventus Anfield 5th April 2005 In memory and friendship” (Liverpool-Juventus, 5 aprile 2005, In memoria e in amicizia) e il club inglese, oltre ad organizzare una cerimonia simbolica sul campo, fece preparare delle sciarpe speciali in cui erano uniti loghi e colori delle due squadre.
Prima della gara di ritorno, invece, nella sede societaria bianconera che nel frattempo si era da anni trasferita in corso Galileo Ferraris si tenne una cerimonia privata alla presenza dei due capitani delle due squadre (quello bianconero era Alessandro Del Piero, ndr) e dei vertici societari dei due club.
Due formazioni giovanili dei club si sono affrontate allo Stadio Comunale di Arezzo - citta’ di due vittime, Giuseppina Conti e Roberto Lorentini - in una partita amichevole.
Nel 2010, in occasione della commemorazione avvenuta nella sede del club alla presenza anche dell’ex Michel Platini allora presidente Uefa, il presidente Andrea Agnelli promise la presenza nell’area dello Stadium di un luogo in memoria delle vittime di quella strage e nel 2012 un totem commemorativo fu inserito all’interno del JMuseum. In quell’occasione Agnelli dichiaro’ anche: “Ho sempre fatto fatica a sentire mia quella coppa”.
Nel 2012, la dirigenza bianconera annuncio’ anche la creazione di un altro memoriale all’interno della nuova sede del club alla Continassa. In tempi piu’ recenti e’ stata la Citta’ di Torino a voler commemorare le 39 vittime dell’Heysel e il 29 maggio 2018 il Comune ha intitolato una piazza pedonale nel quartiere Aurora.
Nel corso degli anni si sono svolte anche molte altre celebrazioni non ufficiali che hanno visto protagonisti soprattutto club di tifosi con partite amichevoli e incontri, anche se come gia’ ribadito la tifoseria organizzata bianconera non ha mai perdonato quella inglese e non ha dato il proprio assenso a queste manifestazioni prendendo, anzi, una certa distanza.