ROMA - La storia del calcio è contrassegnata da grandi stelle e vere e proprie leggende di questo sport, ma non sono molti i campioni che possono vantare di aver vinto molto sia in campo, da giocatori, sia in panchina, da allenatori.
Tra coloro i quali sono riusciti a eccellere in entrambe le vesti figura Roberto Mancini, che mercoledì 27 novembre compirà 60 anni. Una carriera nata da enfant prodige e proseguita quasi da “Re Mida” del calcio, visto che, ovunque è andato, “il Mancio” ha vinto.
Un talento, come detto, molto precoce: già a Bologna, a cavallo dei 17 anni, mette in mostra tutte le grandi qualità che lo renderanno, poi, uno dei migliori fantasisti italiani, capace di ricoprire qualsiasi ruolo offensivo.
Nove gol in 30 partite alla sua prima stagione da professionista attirano le attenzioni della Sampdoria, dove Mancini giocherà per 15 anni diventandone una vera bandiera, nonché recordman di presenze e reti (567 partite e 171 gol).
A Genova, Mancini vince quattro Coppe Italia ma soprattutto lo Scudetto nel 1990/1991, l’unico nella storia dei blucerchiati, oltre a raggiungere la finale di Coppa dei Campioni 1991/1992, cedendo al Barcellona solo ai supplementari.
Una carriera, quella di Mancini, segnata anche da grandi amicizie, che andavano oltre il campo: basti pensare a Gianluca Vialli, con cui ha formato la coppia nota come i “gemelli del gol” alla Samp prima di condividere la cavalcata trionfale a Euro 2020 alla guida della Nazionale, e a quella con Sven-Goran Eriksson, anche in questo caso un legame nato a Genova e continuato nella successiva avventura, alla Lazio.
Con i biancocelesti, Mancini vince un altro Scudetto e altre due Coppe Italia, prima di vivere una prima esperienza da vice proprio di Eriksson.
La scelta della società di puntare su Zoff invece che su di lui al posto del tecnico svedese, porta Mancini a tentare una brevissima esperienza di nuovo da calciatore in Inghilterra, al Leicester, ma la decisione ormai è presa: Roberto vuole diventare un allenatore.
Parte, quindi, dalla Fiorentina, passando poi effettivamente alla Lazio, vincendo la Coppa Italia con entrambi i club. Poi, il passaggio all’Inter: con i nerazzurri arrivano due terzi posti, di cui il secondo si tramuta in Scudetto per lo scandalo Calciopoli, un trofeo che Mancini poi vince sul campo nelle due stagioni successive.
Dopo un anno sabbatico in seguito alla separazione con i nerazzurri, ecco l’avventura all’estero alla guida del Manchester City, con cui arriva il leggendario scudetto battendo lo United in volata grazie al gol di Aguero al 94’ contro il QPR.
Poi, le parentesi al Galatasaray, ancora all’Inter e poi allo Zenit, prima del già citato ritorno in Italia per guidare la Nazionale al trionfo di Wembley, fino alla cocente delusione della seconda, consecutiva, mancata qualificazione ai Mondiali.
E ora, dopo l’avventura già terminata sulla panchina dell’Arabia Saudita, resta la grande curiosità di conoscere quale sarà la prossima tappa nella carriera di Roberto Mancini, vero Re Mida del calcio italiano.