ROMA - Adesso deve aggiornare il calcolo, ma la sostanza rimane la stessa: il difensore ex Fiorentina e Inter tutt’oggi all’età di 70 anni resta l’unico calciatore argentino ad aver vinto due Mondiali. Soprannominato ‘El Caudillo’, o ‘El Gran Capitan’ o ancora ‘El Kaiser’ (chiara l’allusione a Beckenbauer), Passarella - alto 1.73 ma letale nel gioco aereo - è il difensore con più gol nella storia della nazionale albiceleste (22) e del calcio argentino (99).
Nel complesso, in carriera sono 134 le reti in 451 presenze nei campionati in cui ha giocato, meno solo di Ronald Koeman tra i difensori. Cresciuto nelle giovanili del Sarmiento, è il River Plate ad assicurarsi le sue prestazioni.
A Buenos Aires vince quattro titoli metropolitani e tre nazionali e si guadagna la chiamata della Selección.
Nel 1976 arriva l’esordio contro l’Unione Sovietica e nelle sue prime undici presenze realizza cinque reti. Nel 1978 è tra i protagonisti del Mondiale vinto in patria; nel 1986 è tra i 22 della spedizione trionfale ma in Messico non gioca nemmeno un minuto per dei problemi fisici.
Quel torneo mai giocato però l’ha vinto anche lui, a 33 anni, in quel momento della carriera in cui bisogna iniziare a gestire il fisico e i passaggi di consegna. L’anno precedente, quando viene a sapere che Bilardo vuole togliergli i gradi di capitano per affidarli a Maradona, non la prende bene e non lo nasconde alla stampa italiana. La carriera in Serie A è positiva e il difensore si impone tra i leader di Fiorentina (1982-86) e Inter (1986-88).
Da allenatore guida il River Plate, vince tre titoli nazionali e si guadagna la panchina dell’Albiceleste. L’influenza ‘italiana’ è importante ed è rispecchiata dagli undici giocatori di Serie A convocati al Mondiale del 1998. La sua corsa al titolo però viene fermata dall’Olanda ai quarti di finale e successivamente Passarella guida l’Uruguay, il Parma, il Monterrey, il Corinthians e ancora il River Plate.
Dopo l’esperienza da presidente dei Millonarios, arriva il ritiro graduale dal calcio. Alcune notizie dall’Argentina sul suo stato di salute allarmano il mondo del fútbol, ma vengono subito smentite. La Fiorentina nel luglio del 2022 gli dedica comunque un tweet: “Sempre al tuo fianco. Forza Caudillo”. Pochi mesi dopo torna a Milano e viene omaggiato a San Siro. Anche dopo 35 anni l’Italia non ha dimenticato il mitico difensore goleador di Chacabuco.