Golden State Warriors vince gara 6 contro i Boston Celtics e si aggiudica il quarto titolo NBA in otto anni.

È il settimo titolo per la franchigia allenata da Steve Kerr, che ha sconfitto i Celtics 103-90 nella sesta gara della finale NBA.

Steph Curry, con 34 punti, sette assist e sette rimbalzi, ha guidato la squadra alla vittoria. Troppo compatti i Warrriors, con Draymond Green e Klay Thompson ad affiancare il veterano Curry, insieme con un gruppo di giovani che sono stati determinanti sia in regular season che nelle fasi finali.

Ai Celtics non basta la grande gara di Jaylen Brown, anche lui con 34 punti nel tabellino a fine partita.

I Warriors hanno stabilito un nuovo record delle finali NBA nella prima metà di Gara 6 con un parziale di 21-0 iniziato nel primo quarto e terminato nel secondo.

Sorprendentemente, Golden State ha iniziato la gara lentamente, con un’alta percentuale di errori che ha consentito ai Celtics di costruire un vantaggio iniziale. Ma a circa tre minuti dalla fine del primo quarto, Golden State ha aumentato l'intensità in difesa e ha preso il ritmo in attacco girando la partita a proprio favore.

Partiva così la rimonta di Golden State, con i Celtics in vantaggio 22-16.

Alla fine del secondo quarto, i Warriors chiudono la prima metà della gara in vantaggio 54-29.

Quattro i giocatori in doppia cifra, all'intervallo, per i Warriors (Andrew Wiggins, Klay Thompson, Steph Curry e Jordan Poole), con il 42,0% dal campo e il 43,5%da tre.

L’approccio dei Warriors è stato evidentemente molto focalizzato e determinato alla vittoria, e l’aveva anticipato lo stesso Kerr prima della gara: “Come allenatore, cerchi di aiutare a preparare mentalmente i ragazzi per quello che sta arrivando. Devi scendere in campo e giocare con la disperazione che ti ha portato così lontano, ma senza l'ansia che può derivare dal pensare di conquistare il titolo. Non puoi pensare a niente di tutto questo. Devi solo pensare a eseguire un minuto a una volta, una giocata alla volta, e questo è il nostro obiettivo stasera”, queste le parole del coach di Golden State.