MELBOURNE – Nella scorsa edizione di In classe abbiamo intervistato due delle vincitrici del Premier’s VCE Award di quest’anno, il riconoscimento assegnato agli studenti più meritevoli, capaci di distinguersi per i risutati conseguiti agli esami VCE dello scorso anno.

Per l’italiano, sono stati tre i ragazzi che l’hanno meritato e il terzo di loro è Roby Simeoni, ex alunno dello Xavier College, e ora studente di Architettura alla Melbourne University. 

Roby è cresciuto in una famiglia in cui si sono mescolate diverse culture, ma quella italiana ha forse radicato un po’ più profondamente delle altre, grazie ai nonni paterni e al papà: “Anche se la lingua in casa la usavamo solo di tanto in tanto, infilando qualche parola qua e là”, ha chiarito.

Dagli otto ai 12 anni ha frequentato una scuola di lingua il sabato mattina: “Senza troppo entusiasmo – ha ricordato, sorridendo – perché a quell’età non hai voglia di fare scuola anche il sabato. Non ci mettevo passione, com’è normale, ma poi, una volta superata quella fase in cui non riesci ancora a parlare, è stato un circolo virtuoso e più imparavo e più studiavo”. 

E così, vedendo arrivare i primi risultati, Roby ha deciso di proseguire lo studio della lingua e di sceglierla come una delle materie da presentare alla maturità, il VCE in Victoria.

“Durante gli Anni 11 e 12 mi sono dedicato particolarmente allo studio dell’italiano in vista dell’esame, anche perché volevo riuscire a ottenere un buon voto”, confessa Simeoni, visto che il risultato ha contribuito al suo ATAR, che gli ha permesso di scegliere l’ateneo a cui iscriversi per il suo corso di laurea.

Ma la passione che ci ha messo questo studente è andata oltre al voto, oltre alle regole grammaticali; è stato un germoglio piantato in famiglia, che piano piano è sbocciato grazie anche a piccoli gesti, come quando il papà l’ha introdotto alla Divina Commedia, leggendo alcuni passaggi dell’Inferno e traducendoli poi per lui.

La sua sensibilità creativa lo ha aiutato ad appassionarsi anche al lato artistico e culturale della lingua: “Quando sono andato alla Biennale di Venezia mi sono sentito molto ispirato. Per me essere immerso nel mondo dell’arte e dell’architettura è qualcosa di speciale. Infatti, mi sento in qualche modo italiano, perché sono capace di apprezzare la storia, la cultura e le cose belle della vita. Questo mi fa sentire connesso con il Bel Paese”.

La relazione con la sua parte italiana è qualcosa che Roby Simeoni ha costruito nel tempo, anche grazie ai frequenti viaggi in Italia che faceva prima del Covid.

Ma lo studio e la padronanza della lingua l’hanno aiutato a eliminare quella barriera esistente con la sua famiglia allargata che vive nel Bel Paese: “Non riuscivo a comunicare con i miei cugini e mi dispiaceva non poter intrattenere con i miei coetanei conversazioni più profonde, scambiandoci opinioni o stati d’animo”, ha sottolineato.

Per almeno il primo anno della mia esperienza universitaria ho dovuto mettere l’italiano da parte, ma l’intenzione è di ricominciare a studiarlo, ha tenuto a precisare Roby, che in futuro vorrebbe fare un anno di scambio con la Ca’ Foscari o la IAUV di Venezia:  “Sarebbe un sogno poter realizzare dei progetti a livello internazionale”, ammette. 

Quando ha aperto la busta contenente la comunicazione che gli comunicava l’ottenimento del Premier’s VCE Award, Simeoni ha subito chiamato la nonna: “Era al settimo cielo! È stata una bella giornata – ha ricordato parlando della cerimonia di consegna del premio –. Mi sono seduto con le altre due studentesse che hanno vinto il riconoscimento per l’italiano ed è stato bello condividere con loro l’emozione, la nostra esperienza con la lingua e i progetti per il futuro. Se dovessi dare un consiglio agli studenti più giovani direi loro di impegnarsi e darsi tempo, di provare a immergersi nella cultura italiana”. 

Grazie alla sua sensibilità e capacità di riflessione, Roby Simeoni ha capito che conoscere una seconda lingua offre “il grande vantaggio di avere una prospettiva diversa sulle cose, permettendoti di essere più empatico”.