Sembrava tutto facile al Maradona dopo la rete di Lukaku che al quarto d’ora aveva portato in vantaggio il Napoli e ristabilito il “gap” con l’Inter, vittoriosa in trasferta sul Torino con le seconde linee.

Ma il Genoa non si è immolato alla stregua d’un agnello sacrificale e attorno alla mezz’ora ha sfiorato il gol con la traversa di Pinamonti prima di raggiungere il pareggio con il colpo di testa del 17enne Ahanor ribadito in rete dallo sfortunato Meret.

È calato il gelo nello stadio fino a quando Raspadori, l’autore dei gol pesanti, ha riportato avanti la banda di Conte inserendo una tessera preziosissima nel mosaico dello scudetto.

Solo un’illusione. Perché Vasquez, nel mezzo del dominio altrui, ha trovato il 2-2 con una capocciata.

E pensare che Conte, dopo l’infortunio alla caviglia di Lobotka al 13simo, aveva cercato di rimettere le cose a posto chiedendo a McTominay e Anguissa di non lasciare la difesa a un destino ingrato.

Ma di tutti i giocatori a sua disposizione, il polacco è insostituibile, al punto da essere stato posto al centro del progetto. Il Napoli ha perso il bonus del pareggio.

A dispetto di questo mezzo passo falso, mantiene il destino nelle proprie mani, ma in caso di vittorie contemporanee dell’Inter non può fallire un colpo. Per gli uomini di Inzaghi si apre uno spiraglio inaspettato.

Il prologo della finale di Coppa Italia ha premiato il Milan che, come ormai gli è abituale, s’è svegliato dopo aver preso uno schiaffo, nell’occasione da Orsolini.

A venti minuti dal fischio finale, recupero compreso, il Bologna si trovava in vantaggio e appariva in gestione. Poi i cambi hanno indirizzato il copione verso la squadra rossonera: da un lato Conceiçao ha inserito Walker, Chukwueze e Gimenez; dall’altra Italiano ha richiamato Pobega, Dallinga e Orsolini pensando con eccessivo anticipo al “replay” dell’Olimpico che vale anche l’accesso all’Europa League.

A posteriori il tecnico felsineo s’è probabilmente pentito di una strategia che non ha pagato. Di Gimenez, criticato oltre il lecito, autore di una doppietta, e l’americano Pulisic le reti del sorpasso. A Roma vedremo probabilmente un’altra partita con il Bologna che, attraverso il gioco, vorrà vendicarsi del Milan più competitivo sul piano individuale e con Leao a tempo pieno.

Un pensierino particolare va riservato a Kalulu e Valenti: l’uno ha messo nei guai la Juventus facendosi espellere per un colpo al collo di Castellanos e così impedendo ai suoi di mantenere il vantaggio sulla Lazio; l’altro s’è fatto cacciare per doppia ammonizione lasciando il Parma, sotto di un gol, con un uomo in meno a Empoli.

Ma come è possibile che due professionisti, ben pagati, penalizzino le squadre di appartenenza con atti così sconsiderati? Basta giustificazioni. Non c’è multa che possa ripagare il danno procurato.