TORINO - Sono passati 71 anni dalla tragedia di Superga ma il ricordo del Grande Torino e’ piu’ vivo che mai. Le restrizioni per l’emergenza coronavirus non hanno fermato le celebrazioni per l’anniversario dei campioni scomparsi nel tragico incidente aereo, anche se e’ stato un 4 maggio diverso dalle precedenti edizioni. Non c’e’ stato, infatti, il tradizionale pellegrinaggio dei tifosi sul colle della basilica torinese e le misure di contenimento al virus hanno impedito anche che si svolgesse il rito della lettura dei nomi delle 31 vittime dell’incidente da parte del capitano della squadra granata.

Andrea Belotti e i suoi compagni non hanno potuto raggiungere Superga, dove e’ pero’ salita una piccola delegazione granata, capeggiata dal presidente Urbano Cairo, a cui il prefetto ha concesso il permesso di recarsi sul luogo dell’incidente per portare un omaggio floreale alle vittime. Ad accompagnare il presidente granata, insieme ai dirigenti Comi e Barile, c’erano la figlia del tecnico del Grande Torino, Egri Erbstein, e i figli dei calciatori Ossola e Gabetto, quest’ultimo accompagnato dal figlio Guglielmo.

Presente anche il cappellano del Torino, don Riccardo Robella, che ha benedetto la lapide delle vittime del disastro aereo. La breve cerimonia si e’ svolta nel rispetto delle distanze sciali di sicurezza e con la mascherina indossata da ogni componente dello sparuto gruppo.

Qualche tifoso ha approfittato della parziale restrizione del lockdown, in concomitanza con l’anniversario della tragedia di Superga, per portare il proprio omaggio al Grande Torino sul luogo dell’incidente, ma per la stragrande maggioranza dei tifosi granata e’ stato un 4 maggio a distanza, come la messa celebrata in ricordo delle vittime dallo stesso don Robella in un Filadelfia chiuso al pubblico.

Le testimonianze d’omaggio verso la squadra cinque volte campione d’Italia sono state affidate per lo piu’ ai social, con tantissimi messaggi che sono giunti da esponenti delle istituzioni politiche e sportive.

Tantissimi i messaggi da parte degli ex giocatori granata, tra i quali Bianchi, Claudio Sala, Glik e Vives, ma attestati sono arrivati anche da altri club, come Juventus, Genoa, Pescara e da ex giocatori avversari come Claudio Marchisio.

Gli ex giocatori del Toro hanno anche aderito all’iniziativa del flashmob granata lanciata dai tifosi, che alle ore 17, l’orario del tragico schianto, hanno colorato con bandiere, sciarpe e vessilli del Toro i balcone le finestre delle proprie abitazioni.

“Il Grande Torino ha rappresentato la rivincita del popolo italiano, unendolo dopo la guerra” ha detto Cairo in un’intervista a Radio Anch’io Sport. Il presidente granata ha parlato anche della possibile ripresa dell’attivita’ sportiva dopo lo stop forzato per l’emergenza coronavirus: “Inizieremo con la ripresa degli allenamenti individuali e poi si potra’ pensare a un eventuale tentativo di riprendere il campionato, ma solo con l’autorizzazione del Governo. Il mantenimento della salute e della sicurezza di tutti devono rimanere gli aspetti prioritari”.