BORUSSIA DORTMUND-REAL MADRID 0-2
BORUSSIA DORTMUND (4-2-3-1): Kobel 6.5; Ryerson 6, Hummels 6.5, Schlotterbeck 5.5, Maatsen 5; Emre Can 6 (35’ t Malen sv), Sabitzer 6; Sancho 6, Brandt 6 (35’st Haller sv), Adeyemi 6.5 (27’st Reus 6); Fullkrug 6.5. All. Terzic 6.5
REAL MADRID (4-3-1-2): Courtois 6.5; Carvajal 7, Nacho 5.5, Rudiger 6, Mendy 5.5; Valverde 6, Camavinga 5.5, Kroos 6.5 (40’st Modric sv.); Bellingham 6.5 (40’st Joselu sv); Rodrygo 5.5 (45’st Militao sv), Vinicius 7 (49’ st Vazquez sv). All. Ancelotti 6.5
ARBITRO: Vincic (SLO) 6.5
RETI: 29’st Carvajal, 38’st Vinicius
NOTE: spettatori 86.000 circa; ammoniti Schlotterbeck, Sabitzer, Hummels, Vinicius; angoli 9-8; recupero 4’ e 5’
LONDRA (Inghilterra) - Il Real Madrid alza la 15ª Champions League della sua storia, battendo a Wembley per 2-0 il Borussia Dortmund grazie alle reti, tutte nel secondo tempo, di Carvajal e Vinicius. Finale amara per i tedeschi, più volte riusciti a mettere in difficoltà gli spagnoli durante la gara.
Inizio di partita abbastanza cauto da parte di entrambe le formazioni, con qualche interruzione nei primi minuti per delle invasioni di campo, con la squadra di Terzic che ha cercato spesso la profondità di fronte a un Real Madrid votato al palleggio. La prima potenziale occasione per il vantaggio ce l’hanno avuta i tedeschi, con Fullkrug che ha ricevuto il pallone in area e lo ha girato con il sinistro colpendo il palo a Courtois battuto, seppur in sospetta posizione di fuorigioco. Col passare dei minuti il Borussia Dortmund si è fatto sempre più aggressivo e lo ha dimostrato concretamente al 41’, con Sabitzer che lasciato libero sulla trequarti madridista ha tentato il destro potente sul quale Courtois è intervenuto in tuffo.
Trama tattica che è sembrata poi invertirsi in avvio di ripresa, con i blancos che nei primi 5’ si sono fatti pericolosi con la punizione dal limite di Kroos, parata da Kobel. Tuttavia il Real Madrid non è apparso brillante, con i gialloneri subito pronti a sfruttare ogni errore della retroguardia spagnola. Al 63’ è stato ancora pericoloso Fullkrug, che si è fatto trovare pronto sul cross di Adeyemi ma di testa non ha impensierito Courtois. Parziale che si è sbloccato però al 74’, con Carvajal che sul corner calciato dalla sinistra da Kroos ha tagliato bene sul primo palo e di testa infilato Kobel. 1-0 per l’11di Ancelotti, che 2’ più tardi ha rischiato di diventare doppio con il cross a rimorchio di Camavinga per Bellingham che ha piazzato il destro poco distante dal palo. Il risultato si è indirizzato però definitivamente al 83’, con l’errore di Maatsen che ha portato al suggerimento di Bellingham per Vinicius che ha battuto Kobel siglando il 2-0. Anche un gol annullato per fuorigioco a Fullkrug nel finale di partita in cui il Real ha conservato il vantaggio acquisito laureandosi così campione d’Europa.
“Mai abituarsi, perché è stata difficile, molto difficile, più del previsto”. Carlo Ancelotti si gode la 15ª Champions messa in bacheca dal Real Madrid, la quinta personale di una carriera inimitabile. “Nel secondo tempo siamo stati migliori, più equilibrati. Questo è un sogno che continua”, ha aggiunto il mister dei Blancos. “Vinicius? L’ho sgridato un po’, nel primo tempo siamo stati un po’ pigri, abbiamo perso dei palloni e loro hanno giocato come volevano”, ha ammesso ancora l’ex allenatore di Milan, Parma e Juventus. Un pensiero rivolto a Kroos, alla sua ultima con un club: “È un po’ triste, voleva che finisse così. Ha deciso di smettere e dobbiamo rispettarlo”. “Florentino Perez è stato la chiave di tutto, complimenti anche a lui che è un grande presidente - ha poi aggiunto poi Ancelotti -. Una sensazione molto bella, ma non è importante la quantità di trofei vinti bensì vivere queste serate qui. Sembra un sogno questo secondo capitolo al Real Madrid, spero di non svegliarmi”.
“Siamo molto contenti, vincere una Champions League non è facile, il Real Madrid in questa competizione ha una storia che tutti conoscono. Abbiamo fatto una buona competizione e siamo degni di questa Coppa, per noi la 15ª”. Non può che essere soddisfatto, Florentino Perez, per l’ennesimo trionfo europeo dei suoi Blancos. “Tutti hanno giocato per aiutare la squadra, a volte Vinicius segna e altre volte lo fa Joselu. E tutti sono ugualmente contenti, quello che conta è la squadra, l’atmosfera in cui vivono, quella di una grande famiglia, di una cosa sola. Nei nostri successi nessuno è più protagonista o vuole essere più personaggio”. Infine, un messaggio ai tifosi del Real Madrid: “Sono emozionato di vedere tutti i tifosi e questo conta. Portano i giocatori alla vittoria: questo è il punto di partenza per provare a vincere la 16ª Champions!”.
“Nel primo tempo non meritavamo nemmeno il pareggio, ma questo è il calcio e siamo molto, molto felici”. Così Daniel Carvajal, difensore del Real autore del primo gol dei Blancos nella finale di Champions vinta contro il Borussia Dortmund. “Costa molto raggiungere questi obiettivi ed è uno dei giorni più felici della mia vita - le parole di Nacho, altro difensore dei Blancos -. Abbiamo sofferto, in una partita molto complicata, il Dortmund ha giocato una grande gara ma questo è il nostro DNA. Ancora una notte, ancora una finale, ancora una Coppa dei Campioni per la storia di questo club”. Sul suo futuro “Non voglio parlare di questo adesso, sono molto felice di continuare a fare la storia con il Real Madrid”.
La vittoria di Wembley regala ad Ancelotti la quinta Champions League da allenatore, migliorando ulteriormente il suo record. Il tecnico di Reggiolo, che ha alzato la coppa due volte col Milan (2003 e 2007) e tre col Real Madrid (2014, 2022 e 2024), allunga così su Zinedine Zidane, campione coi blancos nel 2016, 2017 e 2018, Bob Paisley (Liverpool 1977, 1978 e 1981), e Pep Guardiola, che ha alzato al cielo la coppa col Barcellona nel 2009 e nel 2011 e poi col Manchester City nel 2023. Fermi a due i vari Josè Villalonga (Real Madrid 1956, 1957), Luis Antonio Carniglia (Real Madrid 1958, 1959), Miguel Munoz (Real Madrid 1960, 1966), Bela Guttman (Benfica 1961, 1962), Nereo Rocco (Milan 1963, 1969), Helenio Herrera (Inter 1964, 1965), Stefan Kovacs (Ajax 1972, 1973), Dettmar Cramer (Bayern Monaco 1975, 1976), Brian Clough (Nottingham Forest 1979, 1980), Arrigo Sacchi (Milan 1989, 1990), Alex Ferguson (Manchester United 1999, 2008) e Vicente Del Bosque (Real Madrid 2000, 2002). Due successi personali ma con squadre diverse invece per Ernst Happel con Feyenoord (1970) e Amburgo (1983), Ottmar Hitzfeld con Borussia Dortmund (1997) e Bayern Monaco (2001), Josè Mourinho con Porto (2004) e Inter (2010) e Jupp Heynckes con Real Madrid (1998) e Bayern Monaco (2013). Allunga anche l’Italia della panchina, a quota ora 13 affermazioni: cinque Ancelotti, due Rocco, due Sacchi, una Capello, Di Matteo, Lippi e Trapattoni. Restano a 10 Germania e Spagna. Klopp e Lippi sono invece i primatisti delle finali perse: tre. Il tecnico italiano è stato sconfitto con la Juventus nel 1997 contro il Borussia Dortmund, nel 1998 contro il Real Madrid e nel 2003 contro il Milan; il tecnico tedesco si è visto sfuggire la coppa col Borussia Dortmund nel 2013 contro il Bayern e nel 2018 e nel 2022 col Liverpool, sempre contro il Real Madrid. Due finali perse invece per Munoz (Real Madrid 1962 e 1964), Capello (Milan 1993 e 1995), Van Gaal (Ajax 1996 e Bayern Monaco 2010), Cuper (Valencia 2000 e 2001), Ferguson (Manchester United 2009 e 2011), Simeone (Atletico Madrid 2014 e 2016) e Allegri (2015 e 2017).