LONDRA – Il Regno Unito parteciperà alle elezioni europee di fine maggio perché le trattative sulla Brexit non si sono concluse in tempo. David Lidington, responsabile dell’ufficio del primo ministro britannico, ha detto che il governo conta di far approvare un accordo di divorzio entro il 2 luglio, quando è previsto l’insediamento dei nuovi europarlamentari.
Dal punto di vista amministrativo, la partecipazione del Regno Unito non complica troppo la situazione. I parlamentari che sarebbero stati eletti anche se il Regno Unito non avesse partecipato aspetteranno l’uscita di Londra dall’Ue, per poi insediarsi al posto dei colleghi britannici.
Il prossimo obiettivo del governo May è quello di non mandare i propri rappresentanti a Bruxelles, come dimostra la volontà di raggiungere un accordo sulla Brexit entro il 2 luglio. Un’uscita del Regno Unito entro quel giorno toglierebbe le istituzioni europee dall’imbarazzo: in caso di insediamento, gli europarlamentari britannici sarebbero infatti chiamati a eleggere il prossimo presidente della Commissione europea e le altre cariche dell’Unione. Un esercizio futile e costoso se si pensa al desiderio espresso dai cittadini britannici di non aver nulla a che fare con l’Unione europea.
Comunque vada, la partecipazione del Regno Unito alle elezioni europee non può che aumentare la pressione su Theresa May. La premier ha dichiarato di essere “dispiaciuta” per l’esito nullo delle trattative sulla Brexit. La sua intenzione rimane quella di andare avanti con le trattative stesse, cercando di sbloccare uno stallo che si trascina da mesi. La camera dei Comuni ha già respinto tre volte la proposta di accordo May-Europa, criticata soprattutto per il modo in cui gestisce ma non risolve il problema del “back stop”.
Ora, fra alcuni sostenitori della Brexit, sembra farsi strada l’ipotesi di un seconda consultazione popolare. Nel frattempo, il voto alle europee sarà l’equivalente di un referendum su Theresa May.