Internet assieme ai social network ci ricorda le ultime tendenze, con i blog che ci suggeriscono ricette e ci presentano piatti degli ultimi chef-stilisti.

A Melbourne, il 2023 sarà l’anno della pinsa romana moderna, e qui azzardo una previsione. Si tratta della rivisitazione di un’antica ricetta che risale al tempo dell’Antica Roma, rielaborata grazie a ingredienti e nuove tecniche di lavorazione.

La ricetta originale della pinsa (dal latino pinsere cioè allungare, schiacciare)  proveniva dalle popolazioni contadine che vivevano fuori le mura, che grazie a macinazioni di cereali (miglio, orzo e fatto) e l’aggiunta di sale ed erbe aromatiche, preparavano gustose schiacciate o focacce, che avevano come caratteristiche la forma ovale, la friabilità, la digeribilità.

L’arrivo della pinsa moderna, si deve ad un tecnico pizzaiolo e panificatore, Corrado Di Marco, che nel suo omonimo mulino, ha cominciato a sperimentare grazie alla ricerca scientifica e le tecniche antiche di panificazione, apprese dal nonno materno, comprendendo e migliorando i fattori dietetici, con un mix di farina di frumento, farina di mais, farina di soia e pasta madre, quest’ultima essenziale assieme alle ore di maturazione, per la fragranza, per creare un prodotto esclusivo, proprio come detta la legge del fashion.

La crescita del successo della Pinsa comincia a registrarsi nel 2007, e oggi ci sono circa 5mila pinserie in tutto il mondo, una delle quali è a Reservoir, a Melbourne.

L’ha aperta Fabio Vivarini, assieme alla moglie, quattro mesi fa.

Fabio aveva gestito, assieme alla moglie e alla sorella di quest’ultima, un ristorante in Italia e poco prima di partire per l’Australia, durante una breve vacanza nella città eterna, gli è capitato di assaggiare il principe dello street food romano: la Pinsa.

“Da persona che lavora nel campo della ristorazione da trent’anni, mi sono subito reso conto della grandissima potenzialità di questo prodotto, e mi sono detto questa è la prima grande evoluzione dall’invenzione della pizza”, ha detto nell’intervista concessa alla rubrica gastronomica di Rete Italia, Sapori – Viaggio nel gusto.

Fabio ha cominciato a sperimentare con la pinsa nel suo ristorante di Ivanhoe, con un buon riscontro, prima di aprire Ari a Reservoir, e dedicare metà del menù a questa pizza rettangolare, in questo caso, croccante e ad altissima digeribilità, perché ad alta idratazione, con una lievitazione a 72 ore e poi due livelli di cottura, per assicurarsi che nella seconda i liquidi evaporino, e la pizza, anzi pinza, si faccia ‘scrocchiarella’.

La Pinsa va servita con pochi condimenti umidi, altrimenti la croccantezza e la friabilità verrebbero a mancare, ha spiegato Fabio nell’intervista, rivelando che per qualificarsi come ‘pinsaiolo’ ha dovuto conseguire un corso online e sottoporsi a un esame dagli esperti del Mulino Di Marco, in videoconferenza, che gli hanno rilasciato la certificazione.

“Poco pomodoro e mozzarella, e poi una farcitura con ingredienti di altissima qualità, noi ne facciamo un paio che hanno catturato l’immaginazione della clientela – ha aggiunto il pizzaiolo-pinsaiolo –, come quella con la base solo di mozzarella e poi porchetta fatta in casa, stracciatella e semi di finocchio, o quella con mozzarella, bresaola, scaglie di Parmigiano e sottilissime fette di arancia”.

Sottolinendo che per coprire tutte le basi, Ari Pizzeria & Pinsa offre una vsta gamma di pizze classiche. Fabio ha detto nell’intervista a Rete Italia che, per soddisfare tutte le esigenze, ci sono sul menù anche piatti della tradizione regionale italiana, con attenzione particolare all’Abruzzo e con altre contaminazioni familiari, dalla Toscana alla Puglia.

“Vogliamo valorizzare e far provare la varietà che abbiamo in Italia – ha aggiunto –, quindi spaghetti alla chitarra, orecchiette con le rape, gnocchi di patate, porchetta e, nel prossimo futuro, arrosticini, uno dei punti saldi della cucina abruzzese”.

Da Ari Pizza & Pinsa, ristorante a gestione familiare con licenza per alcolici e una lista dei vini rappresentativa sia delle Regioni italiane che del Paese d’azione, dessert classici quali tiramisù e bomboloni, e della tradizione abruzzese quali la torta bocconotto di pastafrolla con una farcitura di marmellata di uva, che bisogna provare per credere. Dopo una visita, anche questa torta tradizionale diventerà fashion.