SASSUOLO - E’ durata 4019 giorni la lunga epopea del Sassuolo in Serie A. Il ko con il Cagliari, abbinato al successo del Frosinone a Monza e al pari fra Udinese ed Empoli, ha sancito 11 anni dopo la retrocessione dei neroverdi. Era il 18 maggio del 2013 quando al "Braglia" di Modena la rete di Missiroli piegava il Livorno (ma sarebbe bastato anche il pari) e sanciva la promozione della squadra di Di Francesco, dando il via alle 11 stagioni di fila in massima serie.
L'epilogo più amaro è arrivato al culmine di un anno disgraziato, con tre tecnici che si sono succeduti al timone (Dionisi, Bigica per una gara e Ballardini) e appena 7 successi in 37 giornate di gara, con un girone di ritorno disastroso (2 vittorie, 4 pari e ben 12 ko) che abbinato al crack al ginocchio dello scorso 3 marzo di Domenico Berardi, l’uomo simbolo neroverde in campo anche quel giorno di festa del 2013, ha di fatto segnato il ritorno fra i cadetti.
In questi 11 anni il Sassuolo si è insediato nel gotha del calcio italiano, si è salvato sul filo nel primo anno di A con una poderosa rimonta, poi ha sempre navigato fra metà classifica e le posizioni alle spalle delle "big", regalandosi anche una qualificazione in Europa League giocata nella stagione 2016-17.
Ha valorizzato allenatori (De Zerbi l’ultimo) e talenti da rivendere per autofinanziarsi (Locatelli, Pellegrini, Scammaca e Frattesi fra gli altri) grazie alla filosofia dell'ad Giovanni Carnevali, braccio destro dell'uomo che ha creato il miracolo neroverde, Giorgio Squinzi, patron della Mapei, scomparso a ottobre del 2019.
Ora si apre il punto interrogativo sul futuro del club, che ormai dal 2008 (giorno del salto in B) gioca in esilio, prima a Modena e poi a Reggio: possibile che col paracadute si possa puntare subito a tornare in A, ma è ancora presto per capire le strategie future. Ora è il momento di leccarsi le ferite per una favola che si è interrotta dopo 11 anni.