MELBOURNE – Umanità e professionalità come segni distintivi di un percorso da svolgere lungo una linea di continuità tracciata dai precedenti colleghi, in uno dei ruoli più complessi e articolati della carriera diplomatica.
Hanna Pappalardo, la nuova Console Generale d’Italia a Melbourne, ha le idee molto chiare sull’importanza e sul valore profondo dell’incarico che ha da poco assunto, anche grazie alle sue pregresse esperienze in aree geografiche molto differenti e in settori molto vari del complesso mondo della diplomazia. Il percorso professionale della console Pappalardo è iniziato nel 2006 con un incarico presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino, quattro anni trascorsi “prevalentemente in qualità di vice responsabile dell’ufficio economico e commerciale. Una primissima e importante finestra di opportunità”, ci ha raccontato la Console nel corso dell’intervista che ha concesso al nostro giornale.
Un periodo molto formativo, quello trascorso a Berlino, a cui ha fatto seguito un altro importante momento che ha contribuito a rafforzare l’esperienza e la professionalità della console Pappalardo, l’incarico come Console aggiunto presso il Consolato Generale a Gerusalemme, “uno scenario molto interessante, un’esperienza in un contesto umano e professionale estremamente ‘challenging’, un’esperienza a tutto tondo, con punte di particolare interesse e condizioni non facilissime da gestire soprattutto quando la struttura consolare era impegnata nell’offrire assistenza ai cooperanti italiani presenti nei territori palestinesi e nella striscia di Gaza”.
Dopo la conclusione dell’esperienza a Gerusalemme il consueto ritorno alla Farnesina, passaggio obbligato e rituale nella carriera diplomatica, durante il quale la Console è stata impegnata anche nella struttura dell’Unità di Crisi, “un’esperienza utile anche per l’incarico consolare, perché in quella struttura l’impegno nell’assistenza e nella cura delle persone e delle comunità italiane all’estero è veramente massimo”. “Ovviamente – aggiunge –, parliamo di situazioni di emergenza, spesso particolarmente gravi, ma si tratta pur sempre di un ambito che ha come obiettivo l’assistenza ai nostri connazionali all’estero”.
“Forse è stata anche quella esperienza – ha sottolineato la Console – che ha cominciato a darmi quella consapevolezza che questo dell’assistenza e del supporto ai nostri concittadini all’estero sia uno degli aspetti più qualificanti della nostra professione”.
Assistenza ai cittadini italiani e conoscenza delle dinamiche politiche e diplomatiche internazionali che la console Pappalardo ha ulteriormente approfondito nel corso di un altro importante incarico, questa volta a Bruxelles, dove, dal giugno del 2017, è stata assegnata alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso la NATO, in una fase, attualmente in corso, di grande evoluzione dell’Alleanza Atlantica.
A Bruxelles, Hanna Pappalardo è stata alla guida dell’ufficio Operazioni dove, come racconta la Console, ha avuto “il privilegio di assistere e partecipare a una fase particolarmente complessa rappresentata dal ritiro dell’Alleanza dall’Afghanistan”.
“Un passaggio importante – prosegue –, un capitolo che resta nella mia esperienza professionale e che sarà interessante riguardare e rileggere fra qualche anno con più equilibrio e lucidità”.
Conclusa la parentesi con l’Alleanza Atlantica a Bruxelles, l’occasione di fare l’esperienza come titolare di un ufficio consolare importante come quello di Melbourne: “Nutro un profondo debito di riconoscenza nei confronti della mia amministrazione che mi ha concesso il privilegio di poter svolgere questo compito in una realtà come quella di Melbourne e quella australiana, di cui ho colto, ancor prima di arrivare, la crescente importanza anche in ambito geopolitico internazionale. Inoltre, la presenza in Australia di un’ambasciatrice di grande professionalità e umanità come l’ambasciatrice Francesca Tardioli è stata certamente uno degli elementi che mi hanno spinto a fare domanda e a mettermi a disposizione di questa struttura diplomatica”.
“Un ruolo importante, quello di titolare di una sede consolare, che significa fare un salto di qualità anche nella consapevolezza del valore del proprio incarico, nel quale mi pongo in una linea di totale continuità rispetto a quanto tracciato dai miei predecessori, a partire ovviamente dall’immediato, il console Pierluigi Trombetta. Una linea che ho da subito condiviso – ha puntualizzato la nuova Console Generale di Melbourne – nella direzione di assicurare la prestazione di servizi consolari di qualità, all’altezza della comunità italiana di riferimento”.
I due anni di pandemia hanno rappresentato e rappresentano una sfida anche per le strutture diplomatiche di tutto il mondo, e la console Pappalardo è ben consapevole dell’impegno da svolgere: “Siamo in una condizione tutta in divenire, e dobbiamo essere in grado di collocare i nostri servizi e le nostre attività nella giusta direzione. Da un lato, bisogna sempre essere al passo con le necessità di una comunità variegata come quella degli italiani presenti in questa circoscrizione consolare; dall’altro, non interrompere quella costante ricerca di strumenti sempre più adatti a garantire che questo genere di servizi siano sempre al passo con i tempi, garantendo anche una immagine del peso che il nostro Paese ha e dell’interesse che l’Italia nutre nell’approfondire le relazioni diplomatiche con l’Australia e, per quanto di mia competenza, con il Victoria e la Tasmania”.
“Posso dirmi fortunata nell’aver preso in carica una struttura consolare che funziona molto bene, anche dal punto di vista della fornitura dei servizi, pur consapevole che ogni passaggio di incarico rappresenta un ‘cantiere’ in continua evoluzione, dove ritengo ci sia sempre da migliorare – ha precisato la console Pappalardo –. È mia intenzione continuare nell’opera di ascolto di tutte quelle che sono le necessità e le aspettative che la comunità italiana ha rispetto al Consolato”.
L’ascolto e il servizio alla comunità è, per la Console, “un compito estremamente stimolante, perché si colloca nell’ambito di una comunità di grande importanza, non solo in termini numerici, ma anche di varietà e qualità, tra la prima e seconda ondata generazione di italiani che hanno contribuito in maniera rilevante alla crescita dell’Australia e una nuova fase migratoria che, negli ultimi anni, ha portato nel Paese diverse professionalità, con la fortuna di avere, in Australia e nel Victoria, realtà imprenditoriali italiane di primissimo ordine”.
“Un compito sfidante – ha ribadito la console Pappalardo –, perché si tratta di trovare un elemento di sintesi tra le diverse realtà di questa composita comunità, una sintesi che ha trovato uno dei momenti più importanti nell’attività di supporto che il Consolato, insieme al CO.AS.IT. di Melbourne, ha sviluppato per aiutare i tanti ragazzi e ragazze italiani in difficoltà nel Victoria e in Tasmania con lo scoppio della pandemia, per quello che il mio predecessore Trombetta ha definito ‘aiuto non diplomatico’. Ecco, questo esempio di collaborazione finalizzata al supporto e all’aiuto della comunità lo ritengo un importante patrimonio che intendo capitalizzare al meglio”.
La riapertura delle frontiere australiane lascia pensare che ci sarà un nuovo flusso di migrazione, e il Consolato si farà trovare pronto.
“Immagino la fase di accoglienza e supporto per i futuri nuovi italiani d’Australia in una logica di sistema sia diplomatico – ha precisato la Console –, sotto l’attenta guida dell’ambasciatrice Tardioli, sia di connessione e collaborazione con tutte le altre strutture presenti sul territorio, come, ad esempio, proprio il CO.AS.IT. di Melbourne”.
Una forma di attenzione, rispetto alla comunità italiana, che evidenzia una grande sensibilità, quella manifestata dalla Console, nel porsi al centro di una dinamica di relazioni tra le diverse generazioni di italiani con una visione molto precisa “che poi è il senso profondo del nostro lavoro, di ciò che siamo chiamati a fare – ha concluso la console Pappalardo –, ovvero ad aiutare, a dare ascolto e a essere pronti a tendere la mano”.
La console Pappalardo, che ha già iniziato a lavorare sul territorio, si è detta particolarmente interessata a conoscere quante più realtà possibili nella circoscrizione di sua competenza, “non solo nelle realtà urbane, ma anche nelle aree rurali del Victoria e della Tasmania dove esiste una vivace comunità italiana”.