TORINO - Ieri Paul Pogba era all’Allianz Stadium sorridente a tifare per la sua squadra, già sicuramente consapevole che oggi sarebbe arrivata la notizia che già tutti conoscevano. Ovvero che la sua squalifica per doping sarebbe stata ridotta da 4 anni a 18 mesi.
Un sospiro di sollievo per il 31enne calciatore francese nativo di Lagny-sur-Marne, risultato positivo il 20 agosto 2023 al DHEA.
Il motivo della decisione di ridurre la squalifica, come ha spiegato il collegio del Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna con un comunicato, è che l’assunzione “non era intenzionale” poiché il calciatore aveva “preso un integratore prescrittogli da un medico in Florida, dopo che al signor Pogba erano state date rassicurazioni sul fatto che il medico, che aveva affermato di curare diversi atleti statunitensi e internazionali di alto livello, era ben informato e sarebbe stato consapevole degli obblighi antidoping di Pogba”.
Dall’altro lato, però, il calciatore non è stato ritenuto del tutto esente da colpe e “in quanto professionista, avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione”.
Si chiude ad ogni modo un capitolo nero per la carriera del giocatore che di fatto concluderà in questo modo anche il suo rapporto con la Juventus, profondamente condizionata nelle precedenti due stagioni da alcune scelte di Pogba.
Delizia nella sua prima avventura in bianconero dal 2012 al 2016, il centrocampista era diventato una croce al suo ritorno a Torino nel 2022 causa una lesione ad un menisco laterale seguita da un’errata gestione dell’infortunio e da susseguenti ricadute, quindi il sopraccitato problema di doping.
A breve è attesa la decisione della Juventus chiamata ora a trovare un accordo con il calciatore per la risoluzione del contratto in scadenza il 30 giugno 2026: dunque il calciatore campione del Mondo con la Francia nel 2018, che a marzo avrà finito di scontare la squalifica e potrà tornare a giocare, andrà via e dovrà trovare un nuovo club per continuare la sua carriera.