MELBOURNE – Per Julian Hill, il deputato laburista del seggio di Bruce (Vic), il suo nuovo incarico come viceministro per la Cittadinanza e gli affari multiculturali è il ruolo ideale: “Sono entusiasta del mio incarico – ha esordito nell’intervista concessa a radio Rete Italia e a il Globo Tv -. La mia comunità nella zona sudorientale di Melbourne è la più multiculturale del Paese e ora mi confronto con tutte le comunità multiculturali d’Australia.  La moderna società multiculturale australiana è un miracolo, con residenti provenienti da ogni angolo del mondo, ma del resto l’Australia è sempre stata un continente multiculturale. Gli aborigeni australiani parlavano ben 250 lingue diverse.  Dagli insediamenti europei abbiamo ereditato le tradizioni democratiche e il nostro sistema di governo”.  

“La questione centrale, per me, è che ogni australiano abbia le stesse opportunità, indipendentemente dalla provenienza, dalla fede religiosa, la lingua parlata, e ciò non accade per caso; ci vogliono programmi politici mirati, investimenti mirati, ma l’ingrediente segreto per continuare il miracolo multiculturale australiano è la leadership comunitaria, sono i membri dei comitati della chiesa locale, i presidenti dei gruppi di pensionati, i volontari nei media comunitari”.

Hill, genitore single (ha una figlia adulta), cresciuto in una famiglia monoparentale dopo la morte del padre quando era giovanissimo, è consapevole della necessità del governo di ridurre l’immigrazione netta e di riportarla ai livelli pre-pandemia, per ridurre la pressione sugli alloggi: “E in relazione all’istruzione internazionale, l’Australia dovrebbe andare fiera del fatto che così tanti giovani vogliano venire a studiare nel nostro Paese, perché è positivo per la nostra economia, e per il prestigio delle nostre università, e le nostre città, ma quello degli studenti internazionali deve essere un programma sostenibile, e anche in questo caso il governo vorrebbe tornare ai numeri del periodo pre-pandemia”.

Il neo nominato viceministro, che è stato il sindaco più giovane di Port Phillip, rispondendo a una domanda sulle accuse del leader dell’opposizione nei confronti del governo, che avrebbe messo a rischio la sicurezza nazionale accogliendo rifugiati da Gaza, sotto assedio dall’Esercito israeliano, ha replicato: “Peter Dutton, il leader liberale che rivendica il ruolo di primo ministro alternativo, è il leader più negativo e divisivo mai visto nel Paese e ha deciso di politicizzare l’arrivo di 1.300 persone fuggite dall’inferno di Gaza che avevano familiari già residenti in Australia. Il primo ministro Anthony Albanese, dalla sua elezione, ha scelto le parole per esprimere la necessità di unificare gli australiani, mentre Peter Dutton non ha perso occasione per dividere gli australiani. Gli ascoltatori del Victoria ricorderanno che disse che a Melbourne nessuno usciva più di casa per il timore di incappare nelle bande di giovani africani che imperversavano, e non si è mai scusato per aver asserito che il governo Fraser errò nell’accogliere i rifugiati libanesi che fuggivano dalla guerra negli anni ‘70”.

Julian Hill, orgoglioso componente dei laburisti arcobaleno, ha commentato anche la confusione sul quesito del censimento relativo alla comunità LGBTQI+, promesso dal governo, cassato dal ministro del Tesoro e il Vice primo ministro per non creare divisioni, e reintegrato dal Primo ministro al suo rientro in Australia dal Forum del Pacifico.

“Il censimento sarà nel 2026, quindi abbiamo tempo di elaborare altre domande, ma buona parte del lavoro è stato fatto, affinché il censimento fotografi la società australiana in quell’anno e fornisca informazioni vitali per ii governi federale, statali e locali, per elaborare programmi e sviluppare servizi che rispondano alle esigenze e ai bisogni della comunità”. 

“Il Primo ministro era all’estero e al suo ritorno ha chiarito la situazione, dicendo che ci saranno otto quesiti extra nel censimento. Io sarei interessato a una domanda sul multilinguismo, per misurare quante persone in Australia parlano tre, quattro, cinque lingue, ma mi è stato detto che non si possono aggiungere troppi quesiti altrimenti la gente non completerà il censimento, rendendolo inutile”.

Dopo otto anni di Parlamento il Viceministro è un politico navigato e commentando gli ultimi sondaggi che vedono il governo in svantaggio; ha usato la domanda a uso e consumo del governo che rappresenta, esordendo: “Siamo vecchi abbastanza da ricordare che i sondaggi vanno su e giù, e spesso nella storia recente i governi sono in svantaggio nei sondaggi, e il nostro, comunque, sta tendendo al rialzo. E una cosa trita e ritrita ma l’unico sondaggio che conta è quello del giorno delle elezioni, mentre i rilevamenti tra una campagna e l’altra sono quelli usati dall’elettorato per esprimere sensazioni di malcontento o approvazione. Io non do nulla per scontato perché vincere le elezioni è sempre un compito arduo, ma sono fiducioso, perché il governo sta domando il dragone dell’inflazione e riducendo le pressioni del carovita, con la ristrutturazione degli sgravi fiscali per i redditi medio bassi, con i rimborsi per le bollette energetiche di $300, con i forti investimenti per rafforzare il Medicare”. 

“Abbiamo presentato due bilanci in attivo, e ciò non accadeva da vent’anni, e fatto le cose che ci eravamo ripromessi, perché tutti vogliamo un’economia solida e un futuro Made in Australia. Abbiamo una bella storia da raccontare, e sono fiducioso che il Primo ministro, il primo di discendenza italiana, saprà sostenere appassionatamente la causa per la riconferma del governo a scapito di un’opposizione con zero programmi, a parte il nucleare, e solo tanta politica della negatività”.