MONACO DI BAVIERA (GERMANIA) - Il momento è arrivato, quello atteso da due anni, quello che è diventato realtà nella magica notte di San Siro contro il Barcellona. Rispetto a Istanbul, però, è un’Inter diversa, più forte e soprattutto più consapevole, una squadra che non sentirà tremare le gambe e che sa che stavolta ce la può fare: “Di differente rispetto a due anni fa c’è l’esperienza di Istanbul, la preparazione, come arrivare alla finale, come gestire i giorni precedenti, gli allenamenti - ha spiegato Simone Inzaghi in conferenza -. Poi sappiamo che ogni partita è storia a sé, abbiamo cercato di curare ogni dettaglio con la massima attenzione”.
Nessun pensiero sul suo futuro (“Dico subito che domani c’è una finale di Champions, lunedì ci incontreremo e parleremo in tranquillità per il bene dell’Inter”), l’attenzione è tutta rivolta al Paris Saint Germain e a come provare a fare scacco matto a Luis Enrique: “Un allenatore prova a immaginare la partita nella sua testa, non sempre può andare come ti immagini. Affrontiamo una squadra prima in Europa per possesso palla, di qualità, noi lo siamo nel nostro campionato e tra le migliori in Europa. Dovremo giocare bene tecnicamente e avere un buon palleggio per togliere il più possibile palla al PSG che in questo è molto forte”.
“Abbiamo messo una grandissima voglia dall’esordio di Manchester fino a qua - continua Inzaghi - Domani ci manca l’ultimo passo, il più importante. A questi ragazzi non si può rimproverare niente, in campo hanno sempre messo il cuore e lo faranno anche domani. Dobbiamo andare in campo non con l’ossessione ma con la determinazione e la voglia di vincere questa partita sapendo che dall’altra parte c’è una squadra forte, preparata, che come noi vorrà vincere”.
Inzaghi ha espressamente voluto accanto a sé in conferenza Lautaro e Barella, ovvero il capitano e il vice perché, ha detto, “hanno la maglia cucita addosso e quando è il momento giusto si fanno sentire con grande rispetto e i loro compagni hanno rispetto di loro: io mi fido di loro due”.
L’argentino ha la faccia concentrata di chi sa cosa vuole, ma soprattutto sa cosa serve per portare a Milano la coppa: “Facendo la partita perfetta, perché è l’ultima, è l’obiettivo principale e siamo consapevoli di doverla preparare nel modo migliore. Sapendo che avremo davanti un avversario molto forte. Domani possiamo riportare un titolo molto importante a Milano, io, i miei compagni e il mister cercheremo di dare il meglio, godendoci questa serata che non capita tutti i giorni”.
“Cosa mi dà la certezza che questa possa essere la volta buona? Siamo migliorati come squadra, siamo cresciuti affrontando avversari di valore in stadi molto difficili, con squadre imbattute da tanto tempo. Noi ci siamo presentati con personalità, ci siamo guadagnati il rispetto lavorando a testa bassa e pensando a noi. Possiamo portare questo obiettivo a casa dopo tanto tempo”.
Barella, invece, ha gli occhi di chi non vede l’ora di battagliare in mezzo al campo, alla sua maniera, correndo e rincorrendo a caccia di una rivincita: “Una finale l’ho persa, ma siamo pronti e carichi, con grande rispetto per gli avversari, dobbiamo fare il nostro in campo. Dopo una stagione del genere ci meritiamo una bella finale. Quante volte dopo Istanbul ho sognato un’altra occasione? Tante volte, è il sogno di ogni bambino giocare queste partite, ti lasciano qualcosa dentro, una grandissima emozione. L’altra volta abbiamo fatto una grande partita ma non è arrivata la vittoria. Stavolta faremo attenzione ai particolari per provare a portare a casa la coppa. Dove si deciderà? Il centrocampo è il cuore pulsante di ogni squadra, ma come ho sempre detto la nostra forza è la squadra nella sua totalità. Abbiamo sempre fatto la differenza col gruppo, vedi col Barcellona: senza un grande gruppo non riesci a vincere una partita del genere. Cercheremo di mettere in campo la nostra forza di squadra”.