FIRENZE - Qualificarsi ai Mondiali è un dovere più che una priorità. Rino Gattuso lo sa bene e, per centrare l’obiettivo, ha scelto di inserire nel gruppo dei senatori i migliori giovani emergenti del panorama italiano.
Da Coppola a Pio Esposito, per poi aggiungere, in queste convocazioni per le partite con Estonia e Israele, anche Roberto Piccoli, Hans Nicolussi Caviglia e Nicolò Cambiaghi.
“Questa convocazione è sicuramente un onore, cercherò di dare tutto me stesso per la maglia. È un orgoglio enorme e una cosa molto importante provenire da una regione piccola come la Valle d’Aosta ed essere riuscito ad arrivare in Nazionale”, ha esordito Nicolussi Caviglia, che da grande appassionato di cinema, facendo un paragone fra questa chiamata e un film, ha spiegato: “Posso accostare un percorso come il mio a un film che mi piace molto ovvero 2001: Odissea nello spazio, nel quale si passano anche momenti molto difficili e poi si cerca di trovare lo spiraglio per andare avanti e per ottenere sempre quello che uno desidera”.
Nicolò Cambiaghi, fra l’altro spettatore nella finale mondiale di Berlino 2006 (“Mi portarono allo stadio mio padre e mio nonno, avevo solo cinque anni quindi ho vaghi ricordi, ma ogni tanto riguardo le foto di quella sera”) è uscito solo pochi mesi fa da uno stop lungo dovuto ad una lesione ad un ginocchio.
“L’anno scorso è stato indubbiamente condizionato da un infortunio importante, poi per fortuna, sono riuscito a lavorare bene in questi mesi e migliorare alcune cose. Posso dire poi di essere rientrato anche in maniera molto positiva fin da febbraio-marzo dell’anno scorso, mi ha aiutato molto concentrarmi subito nel recupero avendo al mio fianco la squadra perché comunque ho fatto la riabilitazione a Bologna. Questo è stato un valore aggiunto, poi è andato tutto liscio perché non ho avuto complicazioni e quindi posso ritenermi soddisfatto. Sono riuscito a rientrare subito bene, a prendere confidenza col campo. Quest’anno ho iniziato facendo il ritiro e ora sto giocando con continuità. Penso che nel percorso di un calciatore per arrivare a questi livelli bisogna superare tanti ostacoli e affrontare tanti sacrifici, ma ci vuole anche un pizzico di fortuna”.
Parlando di Nicolussi Caviglia ieri Gattuso ha detto di essere molto curioso di vederlo dal vivo in questi giorni di lavoro a Coverciano.
“Lo ringrazio perché è sicuramente un onore essere qui, provo molta gioia, molto entusiasmo e grande senso di responsabilità sportiva. Credo che il sale della vita siano la curiosità e anche la volontà. Il mister ci ha messo la prima componente, io ci metterò la seconda” ha commentato Nicolussi Caviglia che poi, a chi gli ha chiesto quale sia il suo modello di riferimento, ha detto: “Io mi sono sempre ispirato, non come giocatore, ma come idea di calcio, a Johan Crujff per la sua visione, per quello che ha portato e per la rivoluzione che ha fatto. Ovviamente in Italia abbiamo avuto Pirlo che è stato il play più forte della storia del calcio e quindi per perché non ispirarsi a lui? L’ho anche conosciuto, ha dato al calcio qualcosa di diverso per i centrocampisti moderni, quindi posso sicuramente dire che da lui ho imparato molto”.
Nelle nazionali azzurre cresce il numero di italiani di seconda generazione, per Cambiaghi è normale che sia così: “Siamo in un’epoca dove si è sempre in evoluzione, c’è una crescita costante, sicuramente questi giocatori sono di grande livello e per questo sono stati selezionati dalla Nazionale italiana. Penso che non ci sia nessun tipo di problema, anzi il futuro della Nazionale è anche questo, però noi dobbiamo concentrarci più sul campo e lasciar fare alla Figc queste scelte”.
Con un passato calcistico nel Pordenone, Cambiaghi ha fatto un appello al pubblico friulano per riempire lo stadio martedì prossimo per Italia-Israele.
“Sono convinto che per quanto sarà possibile l’affetto del popolo italiano ci sarà sempre, come sempre è stato in tutte le partite recenti e passate - ha evidenziato Cambiaghi -. Mi auguro che sia così anche a Udine perché sicuramente abbiamo bisogno della spinta del popolo italiano per raggiungere i nostri obiettivi”.
Non un clima semplice quello che precede Italia-Israele del prossimo 14 ottobre. “Per rispetto delle competenze vi rimando a quello che ha detto il presidente Gravina - ha puntualizzato Nicolussi Caviglia -. Dal punto di vista personale credo che come il calcio e lo sport siano fondati sul rispetto delle regole e verso gli altri, mi auguro che si agisca in questi termini anche in tutti gli ambiti, e credo che al giorno d’oggi, più che ieri, ogni guerra sia una sconfitta per l’umanità”.