ROMA - “Mi piacerebbe essere ricordato come l’uomo più veloce del mondo, ma che le ha passate tutte per arrivarci. Solo passi avanti, mai passi indietro”.

Marcell Jacobs si racconta in esclusiva a Olympics.com, all’alba della nuova stagione. Non una qualsiasi: 18 mesi separano il campione Olimpico in carica nei 100m dai suoi nuovi obiettivi a cinque cerchi. L’esordio è fissato per sabato in Polonia e “non vedo l’ora di tornare. Iniziano le gare e dopo mesi di solo allenamento manca un pò quella adrenalina che si prova quando si scende in pista, quando si sente lo sparo e ci sono gli avversari. In più ci sono delle gare importanti, c’è un Europeo tra un mese e mezzo e ci arrivo già da campione in carica, quindi bisogna riconfermarsi”.

A 28 anni Jacobs sente di poter dare ancora tanto (“Mi sento un atleta supergiovane: a livello muscolare penso di aver lavorato poco negli anni precedenti quando facevo salto in lungo, non sto a pensare a questi due anni come anni che passano, anzi, gli anni passano per diventare sempre più forte”) ma è evidente che a Tokyo qualcosa è cambiato.

“Lì l’obiettivo era arrivare in finale e poi giocarsi il tutto per tutto, perché poi poteva succedere qualsiasi cosa”.

“Quello che ho dimostrato con la mia carriera è che puoi avere tutto il talento del mondo, ma se non ti fai il mazzo nessuno ti potrà regalare niente - rivendica con orgoglio - Sono il classico esempio dell’atleta che le ha passate tutte, ma che è riuscito a realizzare il suo sogno. Tante persone si sarebbero arrese prima, quando arrivavano gli infortuni, quando non si riusciva a dimostrare quel che si valeva o quando si era costretti a cambiare specialità. Io invece ho continuato a credere di poter raggiungere il mio sogno”.

Jacobs, dopo Tokyo, ha dovuto imparare a gestire le attenzioni mediatiche (“Devi crearti una bolla in cui ascolti tutto, ma assorbi solo quello di cui hai bisogno e automaticamente devi imparare”) e poi, quando è tornato in pista, si è tolto altre soddisfazioni.

“Sembrava che quell’oro fosse stato un colpo di fortuna: vincere il Mondiale indoor è servito per dimostrare a tutti che non era proprio così”. Nel 2022 è arrivato anche il titolo continentale, mentre la rassegna iridata in Oregon si è interrotta in semifinale per colpa di un infortunio.

“Purtroppo gli imprevisti capitano, specialmente in uno sport come il nostro, in cui porti il corpo al 110% in ogni cosa che fai. Tra problemi fisici e tutto il resto, la stagione outdoor è stata molto dura, specialmente nella gestione”.

Più in generale, “era come se ormai dovessi dimostrare solo agli altri di saper correre forte e vincere. Non era più una cosa solo per me, come lo era stato fino alle Olimpiadi. Quindi ho dovuto ritrovare un pò quella fase in cui hai un obiettivo preciso in testa e fai tutto in funzione di quello. Se fai così, tutto funziona”.

E per quanto riguarda Parigi2024, Jacobs non fa mistero delle sue ambizioni: “Arrivare a una seconda Olimpiade e vincerla... già vincerne una è un pezzo della storia, vincerne due è far parte della storia. Tutto inizierà a focalizzarsi verso Parigi dalla fine di quest’anno, perché lì sarà il momento in cui bisognerà iniziare a pensare solo ed esclusivamente alle Olimpiadi. Però non voglio affrettare i tempi, voglio godermi tutte le tappe del viaggio, perché adesso che posso guardare indietro anche ai momenti difficili, posso ammettere che è stato un viaggio pieno di alti e bassi, ma è stato un viaggio divertente”.