SALISBURGO (AUSTRIA) - “Ho visto le reazioni della gente, soprattutto nei miei ex club, e resto orgoglioso della mia scelta. Perché i club della Red Bull non meritano un buon calcio?
Per me è del tutto naturale unirmi a questo splendido progetto”.
Con il sorriso dei vecchi tempi, che si era un pò offuscato nel suo ultimo periodo al Liverpool, Jurgen Klopp parla così nel giorno della sua presentazione ufficiale nella sua nuova veste di Global Head of Soccer di Red Bull.
“Quando ho lasciato il Liverpool pensavo di non essere più l’uomo giusto per quel lavoro, e continuo a pensare che sia stata la decisione giusta - ha aggiunto l’ex allenatore di Magonza, Borussia Dortmund e dei Reds - L’opportunità si è presentata molto rapidamente, ne abbiamo parlato e ho detto di sì. Ogni giorno faccio sempre di più, ma penso che in futuro potrò essere ancora più utile ai club Red Bull. Non sono solo un nome prestigioso di passaggio”. Integrato in un gruppo molto impegnato nel mondo del calcio, ma presente parallelamente anche nel Mondiale di Formula, Klopp, 57 anni, ha scoperto discipline che considera “fonti di ispirazione comuni”.
“Ora ho un ruolo diverso - ha spiegato felice - Sono sempre stato interessato a questo marchio che è presente ovunque nello sport. È impressionante. Amo allenare e amo il calcio, ma non mi sentivo più a mio agio in panchina. Non era solo una mancanza di energia.
Ho avuto troppo di tutto: le partite, le conferenze stampa...”.
Il manager nativo di Stoccarda ha anche smentito ogni possibilità di passare alla conduzione tecnica di una squadra del gruppo Red Bull: “Ogni squadra del gruppo è diversa e io le scoprirò, incontrerò le persone che lavorano duro e le ascolterò. Voglio condividere la mia esperienza e supportarli il più possibile. Non posso cambiare le cose da solo, ma voglio riuscire a convincere le persone e a migliorare ciò che già funziona molto bene”, ha concluso Klopp.