WASHINGTON - “Niente giustifica la punizione collettiva dei palestinesi”, ad affermarlo è il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, facendo riferimento alla guerra a Gaza. “Noi tutti condanniamo gli attacchi terroristici di Hamas, così come la presa degli ostaggi, che costituiscono una violazione assoluta del diritto internazionale umanitario”, ha dichiarato. “Ma la verità è che nulla giustifica la punizione collettiva del popolo palestinese, ed è ciò a cui stiamo assistendo in modo drammatico a Gaza”. 

Il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid, ha incontrato lunedì a Washington il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e il segretario di Stato Antony Blinken, esprimendo “scetticismo” sulla possibilità che la diplomazia eviti un’incursione in Libano contro Hezbollah. 

Lapid ha anche chiesto che Hamas riprenda i negoziati. “Ci sono, attualmente in Israele, 60mila civili che non possono vivere nelle loro case nel Nord da quasi un anno. Hezbollah ha distrutto una fiorente striscia di terra al servizio dell’Iran; sta distruggendo il Libano e le vite dei civili libanesi”, ha detto Lapid. 

“Siamo stati flessibili e abbiamo dato molto tempo per una soluzione diplomatica. Ora siamo più vicini alla guerra, una guerra violenta che minaccerà molte parti di Israele. Chiunque abbia la capacità di scongiurare questa possibilità deve farlo.” 

Sugli ostaggi in mano a Hamas, Lapid ha detto: “Su qualsiasi fronte di guerra, c’è il dono del tempo. Gli ostaggi non ce l’hanno. Ogni ora che passa li avvicina alla morte. Non lasciate che Hamas si sottragga furtivamente a un accordo”. “Forniremo una rete di sicurezza per riportare a casa gli ostaggi. Non permetteremo a nessun fattore estremista di rovinare un accordo”. 

Tre miliziani di Hezbollah sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano a Blida, nel sud del Libano. Lo ha riferito l’Idf e conferme sono arrivate anche dal ministero della Sanità libanese. In alcuni villaggi nell’Alta Galilea, nel nord di Israele, le autorità hanno quindi esortato i residenti a rimanere vicino ai loro rifugi ed evitare assembramenti, nonché di ridurre gli spostamenti, per il timore di rappresaglie. 

Il capo della diplomazia statunitense, Antony Blinken, si recherà in Egitto durante la settimana per discutere, tra le altre cose, degli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza tra Israele e Hamas. Lo ha annunciato il Dipartimento di Stato. Blinken co-presiederà, inoltre, una riunione del “dialogo strategico” tra Washington e Il Cairo, che svolge il ruolo di mediatore nei negoziati di tregua, insieme agli Stati Uniti e al Qatar. 

Il Ministero della Sanità del governo di Hamas, il movimento islamico al potere nella Striscia di Gaza, ha intanto annunciato un nuovo bilancio di 41.252 morti nel territorio palestinese dall’inizio della guerra con Israele, entrata nel suo dodicesimo mese. Almeno 26 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, ha affermato in un comunicato, portando a 95.497 il numero di persone che sono state ferite nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra, il 7 ottobre.