ADELAIDE - Il leader dell’opposizione ha reso noto che, se eletto, ritirerà la candidatura australiana a ospitare il vertice delle Nazioni Unite, giudicandola una “follia” troppo costosa in un periodo di crisi economica.

Il primo ministro Anthony Albanese ha definito la posizione di Dutton “ridicola”, sottolineando l’importanza strategica dell’evento, a sua detta funzionale nella ricostruzione dei rapporti con le nazioni del Pacifico, deluse in passato dalle politiche climatiche della Coalizione.

“La conferenza rappresenta un’occasione per rafforzare la nostra leadership e migliorare le relazioni nella regione - ha dichiarato ieri Albanese in campagna elettorale ad Adelaide -. Se Dutton fosse eletto, rischieremmo un ritorno al negazionismo climatico”.

Esperti come Wesley Morgan e James Bowen avvertono che un passo indietro danneggerebbe la sicurezza economica e l’influenza geopolitica dell’Australia, soprattutto in un momento in cui i leader delle isole del Pacifico stanno spingendo per azioni concrete contro il cambiamento climatico.

Affiancato dal premier del South Australia Peter Malinauskas, Albanese ha confermato Adelaide come città candidata principale per ospitare la COP31, elogiando la sua leadership nelle energie rinnovabili. Con quasi l’80% dell’energia proveniente da fonti rinnovabili e l’obiettivo del 100% entro il 2027, il South Australia è visto dal governo come un esempio globale di transizione energetica.

“È un’opportunità per mostrare al mondo che la transizione ecologica può essere una leva economica e non un ostacolo”, ha dichiarato Malinauskas.