Per gli epicurei della buona tavola, la notizia della chiusura, il prossimo primo giugno, di Enoteca Sileno, li riempirà di tristezza.
Si tratta della fine di un’era, un’era iniziata da un pioniere come Luigi ‘Gino’ Di Santo, settant’anni fa, quando arrivò in Australia e si rese conto che reperire alimenti che oggi diamo per scontati, come Parmigiano e olio d’oliva, era difficile, se non impossibile.
John Portelli ha detto in un’intervista a Rete Italia che ci sono vari fattori che hanno determinato la decisione presa da lui e sua moglie Rosemary di chiudere il negozio che da quasi quarant’anni è stato meta obbligatoria dei buongustai di Melbourne e di tutta Australia.
“C’è il fattore ‘età’ con Rosemary e me che ci stiamo avvicinando ai 70 anni; ci sono i fattori logistici legati ai tempi di viaggio delle importazioni, e poi c’è stata la realizzazione che entrambi volevamo lasciare prima di superare la nostra data di scadenza, come le avvertenze d’uso sui nostri prodotti alimentari”.
Gino Di Santo, padre di Rosemary e suocero di John, è arrivato in Australia nel 1952 e si è subito reso conto delle grandi opportunità che presentava questo Paese per una persona come lui, intraprendente e con una grande passione per la tradizione culinaria italiana.
L’anno successivo al suo arrivo, fu l’unico immigrato italiano presente all’Home Show, al Melbourne Exhibition Building, con uno stand nel quale esponeva le macchine da cucire portatili Borletti, vetri di Murano e sigari italiani.
Nel 1954, consapevole che in Australia non c’erano ancora macchine del caffè, scrisse alla Gaggia chiedendo di poter ottenere la licenza per distribuire le loro macchine.
“Non aveva abbastanza soldi per prendere l’aereo, quindi optò per il viaggio in mare – ha raccontato Portelli dai microfoni di Rete Italia -, e arrivato cinque settimane dopo si è precipitato negli uffici della Gaggia, solo per scoprire che erano arrivati prima Peter e Cyril Bancroft, che avevano ottenuto l’esclusiva per l’Australia, ma non perdendosi d’animo è andato alla Cimbali e si è assicurato la licenza per l’importazione”.
La prima macchina del caffè Di Santo l’ha installata al Lexington Coffee Lounge di Elizabeth Street, un’altra nel 1955 da David Jones a Sydney; poi sono arrivati i prodotti per bambini della Plasmon, l’Amaretto di Saronno, l’acqua minerale italiana e i macchinari per produrre i gelati della Carpigiani. Enoteca Sileno ha aperto i battenti nel 1982, nei locali di Ames Street a North Carlton, introducendo vini italiani, il Parmigiano Reggiano stagionato, le paste artigianali, il riso per risotti, le verdure sott’olio e l’aceto balsamico sul mercato di Melbourne.
Nel 2004 Enoteca Sileno si è spostata a Lygon Street, a Carlton, e oltre a essere un centro di distribuzione dell’eccellenza gastronomica italiana è diventato, per una decina d’anni, un ristorante.
“Il ristorante era uno strumento di marketing – ha detto Portelli -, perché usavamo tutti i prodotti che importavamo, le paste artigianali, il riso Ferron, l’olio extravergine d’oliva, in quel ristorante”.
Dopo la chiusura del ristorante, Enoteca Sileno ha continuato la sua missione di ambasciatore dei prodotti alimentari italiani di altissima qualità e dei grandi vini da pasto e da meditazione, oltre agli amari e i digestivi.
Enoteca Sileno chiuderà i battenti tra qualche giorno ma le vendite online continueranno fino a esaurimento della merce e, dato che John e Rosemary non potrebbero rimanere con le mani in mano, continueranno a importare alcune linee alimentari selezionate, assieme al figlio Daniel Portelli.