CANBERRA - Seguendo l’esempio degli Emirati Arabi Uniti (UAE), l’Australia potrebbe aggiornare la propria legislazione esistente per accelerare il processo.
Ian Grant, consulente nucleare, ha dichiarato che l’Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency dispone già di un quadro normativo che potrebbe essere adeguato in meno di tre anni, consentendo di avviare le licenze per la costruzione.
“Un impianto basato su progetti collaudati potrebbe essere operativo entro 10-12 anni da una decisione politica chiara”, ha detto Grant, citando l’esperienza degli UAE, che hanno completato il loro primo impianto nucleare in 12 anni.
Questo scenario è stato messo in dubbio dall’Australian Energy Regulator (AER). Claire Savage, rappresentante dell’AER, ha sottolineato che potrebbero essere necessari fino a 10 anni solo per creare un quadro normativo adeguato, ritardando l’inizio della costruzione fino al 2047, quando le centrali a carbone esistenti saranno ormai obsolete.
L’inchiesta, avviata dopo l’annuncio del leader della Coalizione Peter Dutton, esplora la possibilità di costruire centrali nucleari in sette siti in tutta Australia. Mancano, però, dettagli chiari su tempi, costi e numero di impianti necessari per soddisfare la domanda energetica del paese.
Grant ha raccomandato di seguire l’approccio degli UAE, dove un forte sostegno politico, una gestione efficace e fornitori esperti hanno permesso progressi rapidi. Ha criticato i ritardi nei progetti nucleari europei, attribuendoli a progetti incompleti e debole gestione.
Esempi come Hinkley Point C nel Regno Unito e Olkiluoto in Finlandia, con ritardi fino a 14 anni, dimostrano le difficoltà di un approccio europeo.
L’inchiesta continuerà la prossima settimana con visite nel Victoria e in South Australia, mentre il dibattito sul futuro dell’energia nucleare in Australia rimane aperto.