Si è spenta nel castello di Balmoral, in Scozia: la regina Elisabetta II è morta nella residenza estiva, la più amata tra le tante magioni di cui dispone la famiglia reale.
Balmoral era nel suo cuore da quando con i genitori e la sorella Margaret trascorreva le vacanze estive e dove con la famiglia si trasferì da Londra durante la Seconda Guerra Mondiale. Qui, nella tenuta di 50.000 acri nell’Aberdeenshire, si sentiva al sicuro, isolata e protetta, e amava riunire i Windsor e trascorrere le giornate a cavallo con il marito Filippo.
Molte immagini della famiglia reale, infatti, la ritraggono nel salotto della residenza scozzese; anche più recentemente, dopo il Giubileo e in quest’ultima estate, stanca e malata si era rifugiata nel luogo che più la confortava. Per la prima volta nella sua lunga storia di regnante, inoltre, ha incontrato la nuova premier britannica Liz Truss per il passaggio di consegne con Boris Johnson.
I palazzi e le meravigliose residenze della famiglia reale sono numerosi, molti aperti a visite guidate, ma solo in alcuni periodi dell’anno e nelle aree non strettamente personali. Si parte ovviamente da Buckingham Palace a Westminster, il luogo per eccellenza della Corona, con 775 stanze di cui 19 per l’attività di Stato, 92 uffici e 52 camere da letto. Vero gioiello del Palazzo è la Queen’s Gallery, che ospita le opere di maggior interesse della collezione d’arte della Regina.
Ma il palazzo reale è anche il luogo dove si svolgono le principali cerimonie pubbliche, dai ricevimenti alle visite dei capi di Stato, ed è anche turisticamente famoso per lo spettacolo del cambio della Guardia e per il celebre balcone, da dove si sono affacciati tutti i reali per farsi applaudire dai sudditi e dai curiosi in attesa sul piazzale antistante e sul viale alberato Mall.
Fuori Londra, sulle rive del Tamigi, tra le città di Maidenhead e Reading c’è il castello di Windsor, dove Elisabetta trascorse gran parte dell’infanzia con la sorella Maggie. Ha mille stanze ed è il più grande castello abitato di tutta la Gran Bretagna: è proprio da questa località del Berkshire che la famiglia reale ha preso il suo cognome, dopo la Prima Guerra Mondiale. La magione risale ai tempi di Guglielmo il Conquistatore e negli ultimi anni la Regina la usava come luogo in cui stare nei fine settimana e per un mese intorno a Pasqua.
Come Buckingham Palace è un edificio che appartiene alla Corona, mentre la residenza di Sandrigham, nel Norfolk, dove la regina trascorreva le vacanze natalizie e da dove leggeva il messaggio alla nazione, appartiene personalmente a Elisabetta II. La ereditò dal padre Giorgio VI e con Balmoral è il suo luogo del cuore.
Tra le altre magioni ci sono il palazzo di Holyrood in Scozia, un ex monastero risalente al 1128, e il castello di Hillsborough del 1770, circondato da 100 acri di verde, in Irlanda.
L’abbazia gotica di Westminster è di fatto il luogo simbolo della monarchia britannica: qui sono stati incoronati e sepolti tutti i sovrani inglesi dai tempi di Guglielmo il Conquistatore.
L’abbazia, al cui interno ci sono molti monumenti dedicati a statisti, scienziati, musicisti e poeti, si trova accanto al palazzo di Westminster, sede del Parlamento.
Un altro luogo molto amato dalla Regina come capo della Chiesa d’Inghilterra è la cattedrale di Canterbury, nel Kent, luogo emblematico della chiesa anglicana, dove risiede l’Arcivescovo. E’ un luogo suggestivo e ricco di storia e di fascino.
Negli ultimi anni c’è un altro edificio simbolico della vita di Elisabetta II: North Greenwich, dove si trova il Millenium Dome, sede delle Olimpiadi di Londra del 2012 e dove la regina durante la cerimonia d’apertura diede prova di grande ironia prestandosi a un siparietto con Daniel Craig nei panni di James Bond. Infine c’è il castello di Caernarfon, nel Galles, dove il primogenito Carlo divenne principe nel 1969. E’ aperto al pubblico e oggi, a maggior ragione, alle visite nei luoghi più emblematici del nuovo re.
In groppa a un elefante in India, tra gli indigeni in Polinesia, così come tra gli emiri in Medio Oriente, la regina Elisabetta ha compiuto 270 viaggi in 110 Paesi tra i sei continenti in sette decadi di regno che la rendono la sovrana che ha viaggiato di più in assoluto.
Il primo, in Kenya, è stato sicuramente il più impegnativo, almeno a livello personale. Era il 1952, Elisabetta era ancora “solo” una principessa, e a migliaia di chilometri dal palazzo apprese della morte di suo padre Giorgio VI, venuto a mancare nel sonno, per una trombosi. Fu suo marito il principe Filippo a comunicargliela, mentre lei passeggiava nel giardino nel Treetops Hotel, un albergo ormai chiuso nell’Aberdares National Park di Nyeri.
La visita ufficiale in Kenya fu la prima di una lunghissima serie in posti spettacolari, cominciando dal Canada, dove la regina è stata 27 volte (il Paese in cui ha viaggiato di più), e poi qui in Australia dove invece è stata protagonista di 19 visite ufficiali. È stata anche, a suo modo, una pioniera: il primo monarca a visitare Russia, Cina e Malesia, e una delle poche persone al mondo a incontrare ben 13 presidenti degli Stati Uniti.
Infine ai viaggi di Stato ufficiali, cominciando proprio da quelli nei territori del Commonwealth come Tuvalu in Polinesia o isole caraibiche come Barbados (prima che diventassero indipendenti), ne ha affiancati degli altri altrettanto strategici.
Su tutti quello compiuto all’inizio del 1979, quando partì per il Medio Oriente con tappe Kuwait, Bahrain, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Oman. Era appena finita la rivoluzione khomeinista e gli occhi del mondo erano tutti puntati su di lei, curiosi di capire come se la sarebbe cavata una donna da quella parte del mondo.
In Italia, invece, Elisabetta è stata cinque volte, l’ultima nel 2014 per 24 ore fitte di impegni tra il Quirinale, con l’allora presidente Giorgio Napolitano, e l’udienza in Vaticano con papa Francesco.
Nel nostro Paese è arrivata con un volo British Airways, ma in tanti dei suoi viaggi, almeno fino al 1997, ha viaggiato a bordo del Britannia: lo splendido e lussuoso yacht della famiglia reale inglese, inaugurato dalla stessa Elisabetta nel 1953 per poi essere dismesso per i costi troppo elevati e diventare un’attrazione turistica nel porto di Leith, a Edimburgo.