Ieri s’è materializzata la quinta sconfitta, terza in Serie A, sul campo di un grande Bologna. È come se una specie di “macumba” calasse sullo spogliatoio della squadra partenopea l’anno successivo agli scudetti.

Era stato così con Spalletti. E oggi la situazione sta ripetendosi, anche se in misura minore. Premesso che gli uomini di Italiano hanno dominato i campioni d’Italia con la più convincente rappresentazione della stagione, l’ira di Conte ha fatto da specchio a una realtà davvero deludente.

Il tecnico non ha risparmiato critiche ai giocatori che non recepiscono le sue parole, non danno il massimo e giocano senza energia. In sintesi: “La squadra, che ha già subito 5 ko, non ha recepito l’insegnamento di essere arrivata decima dopo il penultimo scudetto”. Una cosa è certa.

Troppi giocatori giocano sotto rendimento. E il loro feeling con Conte non è quello di mesi fa. In campionato la posizione resta interessante, in Europa i conti non tornano.

C’è pure chi sta peggio, l’Atalanta. All’indomani del successo a Marsiglia, la Dea ha perso per la seconda volta consecutiva; arranca in 13sima posizione, in casa ha vinto appena una volta su 6 incontri. Dalle coraggiose verticalizzazioni di Gasperini s’è passati alle manovre che si dipanano in orizzontale come nel rugby.

La proprietà si chiede se sia il caso di cambiare Juric che ammette le brutture viste nel ko casalingo con il Sassuolo, ma non riesce a capirne i motivi.  Dietro l’angolo si profilano i nomi di Palladino, già nell’orbita in estate, Thiago Motta e, udite udite, Mancini, adocchiato a Marsiglia.

In una oligarchia ravvicinata, con 5 squadre in 3 punti e la Juventus poco dietro, spicca il duopolio di Roma e Inter, vittoriose entrambe in casa. Mai visto Gasperini così sorridente per il successo sull’Udinese e la leadership che non appare di giornata. La difesa, una delle meno perforate in Europa, rappresenta il valore più alto.

E nel 76% dei casi lo scudetto va alla squadra che ha preso meno gol. Eccellente anche il centrocampo. Manca però l’apporto degli attaccanti: ieri rigore di Pellegrini e raddoppio di Celik. Quei goleador che rendono complicata la vita di tante altre squadre, soprattutto del Milan, incapace di gestire il doppio vantaggio a Parma.

Quanto all’Inter, ha battuto la Lazio senza però convincere dopo il doppio vantaggio. E infatti gli uomini di Sarri, dopo la cancellazione della rete di Zielinski, hanno sfiorato il gol con il palo di Gila che avrebbe rimesso in gioco il risultato.

Chissà se Chivu se la prenderà con i suoi come è accaduto alla fine della partita di Champions con il Kairat Almaty. Manca di continuità l’Inter nell’arco della stessa partita. E questo è il problema che il tecnico rumeno dovrà risolvere in vista dei prossimi difficili impegni europei.