Quando lo stilista Giorgio Armani era agli inizi della sua carriera, lavorava per i gruppi Hamilton e Allegri, dove ha destrutturato le giacche per il primo e gli impermeabili per il secondo, semplificando entrambi.
Non è quindi sorprendente che per ‘re Giorgio’, la semplicità sia un valore essenziale anche in cucina.
Andrea Tranchero, dal 2018 executive chef della Barilla per l’Asia, l’Africa e l’Australia, ha alle spalle una carriera trentennale che lo ha visto cucinare in ristoranti stellati in mezzo mondo e per personaggi del calibro di Armani, naturalmente, ma anche per l’ex presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, il fondatore della Virgin, Richard Branson, e il campione di tennis Roger Federer.
Ospite questa settimana della rubrica gastronomica in onda ogni martedì sulle frequenze di Rete Italia, ‘Sapori – Viaggio nel gusto’, ha raccontato anche un aneddoto che incapsula il grande stilista piacentino.
“All’apertura di Ristorante Armani Ginza Tower a Tokyo (Tranchero è stato executive chef del ristorante dal 2007 al 2010, ndr), ho preparato un menù di tre portate per Giorgio Armani, uomo di gran classe al quale piace una cucina semplice, genuina e salutare, composto di un’insalata di pomodori e mozzarella di bufala, penne al pomodoro e una macedonia di frutta con gelato – ha raccontato Tranchero –. Per dare un po’ di colore all’insalata, ho aggiunto delle olive e delle uova di quaglia. La mattina seguente, è arrivato in cucina e mi ha detto: ‘Perché non hai preparato un menù più semplice?’”.
Chi ha partecipato all’ultimo evento ‘True Italian Taste’ – un programma avviato nel 2016 dal Ministero degli Affari Esteri e realizzato da Assocamerestero, con la collaborazione di 36 Camere di Commercio italiane all’estero in 26 Paesi –, organizzato dalla Camera di Commercio Italiana a Melbourne, avrà avuto modo di incontrare lo chef, almeno virtualmente, e di vederlo in azione dalla cucina dell’Accademia Barilla di Singapore, dove ora risiede insieme alla moglie e i due figli.
True Italian Taste mira a valorizzare e promuovere il prodotto agroalimentare autentico italiano, sensibilizzare il consumatore estero al consumo e all’acquisto consapevole di prodotti made in Italy e per diffondere maggiori conoscenze delle caratteristiche di tipicità dei luoghi d’origine e degli aspetti certificativi DOP-IGP.
Nel corso della masterclass di giovedì scorso si è potuto assaggiare gli squisiti formaggi di Enoteca Sileno, il fritto misto (arancini, crocchette e olive) di Food Art e gli ottimi vini, Valpolicella Bertani Classico DOC, e Catarratto Bianco di Sicilia della cantina Spadafora di Twelve Bottles.
Il piemontese Tranchero ha preparato delle casarecce alla siciliana: olio extravergine (Caroli), aglio, acciughe (Scalia), melanzane e, tocco magico, fave tostate che hanno aggiunto l’elemento croccante.
Nato a Cuneo, Andrea si è trasferito con la famiglia a Chivasso e ha frequentato l’Istituto Professionale Alberghiero di Stato a Torino. A soli 22 anni, ha rinunciato a una posizione come capo chef al prestigioso ristorante Carignano al Grand Hotel Sitea di Torino per seguire il sogno giapponese. Dopo un’intensa stagione di lavoro a Tokyo, Andrea è tornato in Italia per lavorare in alcuni dei più rinomati ristoranti stellati della penisola, inclusi il Baia Beniamin di Ventimiglia (una stella della guida Michelin), Ristorante Sadler a Milano, dell'omonimo chef Claudio Sadler (due stelle della guida Michelin), e Al Sorriso, in provincia di Novara (tre stelle della guida Michelin).
Il Giappone continuava a esercitare un grande fascino per Andrea. A Tokyo, in questa sua seconda e più prolungata visita di ben undici anni (due dei quali trascorsi a Parigi come chef del ristorante L’Enoteca, ndr), ha lavorato al ristorante Piazza Roma presso l’Hilton Hotel, come executive chef al ristorante Sadler e al ristorante L’Estasi, infine al Ristorante Armani Ginza Tower. Tappa di un anno in Cina dove è stato executive chef al River Club Restaurant di Pechino, poi il trasferimento in Australia.
Andrea, al quale sono state conferite importanti onorificenze come lo Star Diamond Award dell’American Academy of Hospitality Sciences, ed è stato riconosciuto come ‘one of the finest chefs worldwide’ dopo il decennio in Giappone, si è trasferito a Perth nel 2011, innamorandosi subito dello stile di vita rilassato e dell’aria aperta, e diventando executive chef del ristorante Modo Mio del complesso Crown Perth e diventando parte dall’Accademia Barilla per rappresentare l’Australia al World Pasta Championship nel 2012 e 2013, raggiungendo le semifinali in entrambe le edizioni del campionato mondiale della pasta.
Dal 2014, Andrea è entrato a far parte della ‘famiglia Barilla’ come executive chef di Barilla Australia e Nuova Zelanda, dando dimostrazione del suo talento in innumerevoli festival gastronomici e masterclass, e giocando un ruolo fondamentale nei ristoranti provvisori allestiti da Barilla alle edizioni del 2018 e 2019 degli Australian Open, dove oltre a servire 16mila piatti di pasta al giorno agli appassionati di tennis, ha sfamato anche gli atleti e soprattutto Roger Federer, testimonial della Barilla e che, come Giorgio Armani, predilige una cucina semplice: spaghetti al pomodoro e basilico, con una spolverata di parmigiano, tre ore prima degli incontri.