All’incontro, avvenuto alla pizzeria italiana A25, che si affaccia sulla vivace Chapel Street, amanti della letteratura italiana – locali e non – si sono riuniti davanti a una buona pizza per parlare di libri, e non solo. Tra i partecipanti, Vicky Ponsford, australiana ma da sempre grande amante della cultura italiana, oltre che abile nel masticarne la lingua: “Ho vissuto in Italia negli anni ‘80 e sfrutto occasioni come queste per praticare il mio italiano”, ha raccontato.

Un’altra partecipante, Antonietta, è nata in Abruzzo ma vive in Australia da molti anni. La letteratura italiana l’ha aiutata a ritrovare le sue origini: “Il mio libro preferito è Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Un libro scritto con l’anima, mi sono rispecchiata tanto nella storia e questo mi ha aiutata a ritrovare la mia italianità, che purtroppo avevo perso nel vivere una vita troppo ‘inglesizzata’”, ci ha confessato con una punta di commozione. E poi Peter, nato in Australia ma con un trisnonno ligure e tanta voglia di conoscere a fondo tutto quello che riguarda l’Italia. 

Silvia Cannata dell’Istituto Italiano di Cultura si è occupata di quest’ultimo ritrovo letterario, dimostrando tutto il suo entusiasmo non solo verso il club stesso, ma anche verso il libro selezionato: Le città invisibili di Italo Calvino. Il romanzo, attraverso dialoghi tra il mercante ed esploratore veneziano, Marco Polo, e l’imperatore mongolo, Kublai Khan, esplora città immaginarie dell’epoca, ognuna delle quali rappresenta un concetto o una qualità unica. Il libro è anche stato selezionato in occasione del 700esimo anniversario dalla morte di Marco Polo.

Cannata si è magistralmente cimentata in una dettagliata analisi del testo, coinvolgendo tutti i partecipanti e aprendo il dibattito su una importante riflessione sulla letteratura italiana in generale. Ponsford, infatti, è stata la prima ad ammettere che la letteratura italiana non è molto conosciuta, né tantomeno discussa, in Australia, e quindi questo genere di incontri sono vitali. Antonietta ha poi seguito a ruota con un’osservazione critica nella quale, secondo lei, gli italiani per primi non fanno abbastanza per promuovere l’antichissima letteratura dello Stivale: “Tutti parlano di Canterbury Tales (di Geoffrey Chaucer), ma vogliamo parlare del Decamerone di Boccaccio?”.

Dal canto loro, Cannata e l’Istituto Italiano di Cultura stanno lavorando sodo per dare maggior esposizione al club: “Questa iniziativa va avanti da qualche anno, ma si era interrotta per un periodo. L’iniziativa è semplice da portar avanti: basta trovare un libro, possibilmente al di sotto delle 200 pagine, così da consentire ai partecipanti di leggerlo in 30 giorni. E poi l’incontro mensile per parlare, in maniera molto informale, a proposito di quanto si è letto”. 

L’auspicio di Cannata è che questi incontri letterari possano continuare con successo anche l’anno prossimo.