Nell’immaginario collettivo di chi ama le bollicine, 99 volte su cento c’è lo Champagne francese. In quella piccola percentuale in cui appare il Prosecco, irrimediabilmente si pensa all’Aperol Spritz o a un innocuo bicchiere da bere come aperitivo.
“Niente di più sbagliato”, ha sempre sostenuto Melissa Jane Brauer, marketing manager ed event organiser nata e cresciuta in Australia, oggi conosciuta da tutti come ‘Prosecco Queen’.
Brauer visita l’Italia per la prima volta alla fine degli anni ’90: è amore a prima vista. Nel corso degli anni, viaggia di nuovo per lo Stivale. In una particolare occasione, il suo compagno le propone di sposarlo facendole trovare un anello di diamanti in un bicchiere di Bellini all’Harry’s Bar di Venezia – dove il Bellini è stato inventato e da dove è stato poi esportato in tutto il mondo.
Ed è durante uno di questi viaggi che Brauer si innamora perdutamente del Prosecco e delle affascinanti colline vitate del Conegliano Valdobbiadene, patrimonio UNESCO non solo per la loro suggestiva bellezza, ma anche per la produzione di qualità di bollicine da uva Glera.
“Nel 2010 ho dato inizio al mio blog gastronomico ‘GASTRONOMEL’, dove appunto parlavo dei miei viaggi, della ricca tradizione culinaria dei Paesi che visitavo, soprattutto di quella italiana. E poi scrivevo tanto di Prosecco che alcuni produttori locali veneti mi hanno fatto apprezzare sin da subito – ha raccontato Brauer –. Ho sempre parlato del Prosecco di qualità, però, quello che proviene dalla DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) e che riporta in etichetta la menzione geografica aggiuntiva, come Rive, sinonimo di qualità e rintracciabilità”.
Il blog riceve subito molta attenzione in Australia, e quando un giorno Brauer riceve una scatola di vini, tra i quali il Prosecco, prodotti dalla storica cantina vinicola della King Valley, Brown Brothers, con suo enorme stupore nota che era stata indirizzata a Melissa Brauer, ‘The Prosecco Queen’.
Nasce così il trademark che, nel corso di un decennio, la porta a istituire l’annuale Prosecco Festival, quest’anno giunto al suo ottavo anno, e a condurre popolari seminari, visite guidate nella King Valley e in Veneto, fino all’importazione di vini Prosecco dall’Italia.
“Mi ricordo quando mi presentavo alle feste comunitarie in King Valley con una t-shirt e la scritta ‘Keep calm and drink Prosecco’ (rilassati e bevi Prosecco). La gente avrà pensato che fossi pazza! – ha ricordato –. Eppure, adesso ci sono tante persone che vogliono avere una foto con me e che amano il Prosecco tanto quanto lo amo io”.
Un lungo e inarrestabile percorso per convertire più persone possibili al Prosecco è quindi in atto – per mano di un’australiana.