Saranno trascorsi circa venti d’anni dalla mia ultima visita a Buronga e Wentworth. Buronga è un paese agro-turistico, situato sul lato destro del fiume Murray, in New South Wales, con circa 1300 abitanti; si raggiunge percorrendo il ponte George Chaffey che lo unisce a Mildura, a soli quattro chilometri dal confine con il Victoria. All’epoca, l’occasione era stata la prima visita della Banda Musicale Italiana ‘Vincenzo Bellini’ nella zona, oltre che la possibilità per i 48 musicisti e i due cantanti lirici, Marco Cinque (tenore) ed Estelle O’Callaghan (soprano), di esibirsi a Mildura e Swan Hill. E quando sei a Mildura non si possono non ascoltare i racconti dei locali connazionali e notare il contributo di tantissime famiglie italiane nel corso degli ultimi 80 anni.

Recentemente, nell’immenso salone del Midway Centre, è stato celebrato il 50esimo anniversario dei festeggiamenti in onore di San Rocco. Per la storica ricorrenza sono giunti a Buronga intere famiglie da Melbourne, Adelaide, Sydney, Swan Hill, Cobram e da parecchi altri paesetti agricoli più vicini.

Per l’occasione particolare, il gruppo di fedeli del comitato responsabile per la festa si è dato molto da fare per gli importanti festeggiamenti. La Santa Messa è stata celebrata dal vescovo Columba Macbeth-Green della diocesi Wilcannia Forbes, assistitio dal parroco di San Michele Arcangelo, Dominic Popplewell e da padre Aurelio Fragapane di West Preston. Dopo la processione della statua di San Rocco, con il cane che offre al Santo una pagnotta, si è fatto ritorno all’interno per la colazione e le attività ricreative, come la competizione del “più veloce mangiatore di un piatto di pasta”, il ballo con la musica del gruppo Romanza e giochi per i più piccoli. La presidente del comitato organizzatore dei festeggiamenti annuali, Elina Garreffa, ha raccontato come la festa di San Rocco sia iniziata nel lontano 1974, per volere di un gruppo di residenti di Buronga.

“Furono per primi Maria Giuseppa e Clemente Pascale insieme a Rosa e Vince Maiorana, i miei genitori e altri componenti della famiglia Garreffa, a dare inizio ai festeggiamenti, con una Santa Messa nella chiesetta di San Michele Arcangelo di Pitman Avenue, seguita da una riunione sociale dei fedeli, tutti emigrati, per scambiare due chiacchiere davanti a un buon caffè e dolci fatti in casa – ha raccontato Garreffa –.  Il gruppo è riuscito poi a riunire l’intera comunità e oggi l’evento religioso annuale non è più una semplice celebrazione, ma un passo significativo nel voler preservare la ricca eredità italiana e la fede da tramandare alle nuove generazioni. I nostri genitori hanno dovuto lasciare le proprie famiglie ed emigrare per pura necessità, ma ben presto si sono resi conto delle necessità anche spirituali. Oggi anche altre comunità di lingua e cultura differenti si identificano nella devozione a San Rocco”.

Il comitato organizzatore, oltre alla presidente Elina Garreffa, è così costituto: vicepresidente Vittorio Carlucci, segretario Clemente S. P. Carlucci, tesoriere Vince Tassone, vicesegretario e vicetesoriere Joseph Zudetich, Tony Mezzatesta addetto alle pubbliche relazioni. I consiglieri sono: Gino Garreffa, Elizabeth Carlucci, Tony Carlucci, Drusolina Tassone, Bruno Callipari, Fred Varacalli e Rosa Mazza.

Nella sua omelia, padre Aurelio Fragapane ha dichiarato: “Noto come sia provvidenziale che in quest’anno di preghiera in preparazione al Giubileo del prossimo anno, stiamo celebrando i 50 anni della festa in onore di San Rocco. È proprio una benedizione poter ricordare la storia di questa celebrazione e vedere come la sua forza non si sia mai affievolita. Tra di noi ci sono anche coloro che hanno acceso la prima candela al grande Santo ben 50 anni fa, come Maria Giuseppa, Clemente, Vincenzo e Rosa, e altri che sono parte attiva del comitato organizzatore. Erano in pochi con una grande fede e oggi sono in tanti. La vostra fede è un tesoro e non dovremmo mai dimenticare che su questa terra siamo tutti pellegrini, proprio come lo era San Rocco”.

“Oggi ho riconosciuto molti di voi giunti da posti lontani, come Sydney, Adelaide, Cobram, Swan Hill, Melbourne. Il nostro stesso vescovo è qui con noi oggi e anche lui è in continuo pellegrinaggio nella sua immesa diocesi, che è grande come la Francia, proprio come San Rocco che viaggiava a piedi dal suo nativo luogo francese fino alle tante Regioni italiane – ha continuato padre Aurelio Fragapane –. Il nostro tesoro è la fede che ci rende vittoriosi sul peccato e sulla morte. È possibile estendere la cultura della pace anche attraverso una grande festa come quella in onore di San Rocco. Abbiamo avuto la prova come un gruppetto di fedeli cinquant’anni fa abbia dato inizio a questa importante celebrazione religiosa e oggi siamo ancora qui in centinaia in nome della devozione”.