MILANO – La botta è stata forte e il rischio del contraccolpo è quanto mai concreto. Proprio ciò che non si può permettere il Milan, atteso da una settimana di fuoco con Torino, Bologna (il recupero della gara rinviata lo scorso 26 ottobre) e Lazio, sfide che potrebbero rilanciare il team rossonero verso il quarto posto, oppure affossarlo definitivamente: “La nostra finale di Champions League è domani e ogni partita deve essere così”, ha chiarito Sergio Conceicao, anche lui con le spalle al muro dopo il prematuro addio alla Champions nella serataccia di San Siro contro il Feyenoord.
Non ha alternative neppure lui, e se vorrà tenersi il Milan anche il prossimo anno sa che quello è l’obiettivo da centrare, con tutto il rispetto per la Supercoppa già in bacheca e per il percorso in Coppa Italia.
Servirà resettare tutto e ricominciare dalle basi, anche se non sarà facile: “Dopo una partita si inizia subito a lavorare per quella dopo - ha detto l’allenatore -. Ho visto il gruppo già concentrato, anche se ovviamente l’eliminazione ha fatto male a tutti. Avevamo preparato bene la partita, ma nel calcio contano tanto gli episodi”.
“Io dico sempre che il calcio è semplice, ma dentro a questa semplicità ci sono tante cose complesse. Dobbiamo continuare la nostra evoluzione e lavorare. Il tempo è poco, anche per colpa nostra perché potevamo essere già agli ottavi di Champions. Dobbiamo pensare al quarto posto e alla Coppa Italia”, ha aggiunto Conceicao.
Il tecnico rossonero ha detto anche di aver visto bene i suoi giocatori, anche se uno in particolare, Theo Hernandez, resta al centro delle critiche per l’espulsione rimediata in Champions e che, di fatto, ha condizionato il resto della partita, con tutto ciò che ne è derivato.
Un giocatore che sta vivendo una stagione difficile, iniziata malissimo con gli errori a Parma e l’ammutinamento nel cooling break dell’Olimpico contro la Lazio, passata attraverso il rigore scippato a Pulisic a Firenze e all’espulsione al termine della stessa gara, per non parlare degli svarioni difensivi contro Cagliari, Como e Parma, abbastanza per indurre la società a prendere in considerazione una sua cessione già a gennaio.
L’ultima settimana ha fatto il resto, con l’aggravante (almeno agli occhi dei tifosi) della colorazione dei suoi capelli, dettaglio ininfluente se le prestazioni sono di un certo tipo, macigno pesantissimo se invece si combinano certi guai: “Non mi piace parlare del colore dei suoi capelli - ha replicato Conceicao -: per me neri, bianchi o gialli è uguale, basta che siano professionisti e diano tutto. Ho parlato con lui a fine partita. È un patrimonio del club, sa di aver fatto qualcosa che ha messo in difficoltà la squadra. È disponibile per giocare domani”.
Una sfida difficile, tecnicamente e psicologicamente, contro un avversario che renderà la vita difficile ai rossoneri: “È una gara importante contro un avversario difficile, che nel 2025 ha perso solo contro il Bologna. È una trasferta complicata per il Milan, ho visto i risultati degli ultimi anni. Hanno giocatori molto interessanti, come Ricci per esempio. Nell’approccio che hanno ogni partita vedo sempre una squadra che ha voglia di ottenere un risultato positivo. Quindi bisogna stare al massimo”.
“Dobbiamo prendere in mano noi la partita. Stiamo crescendo, non siamo ancora al top, ma stiamo sempre meglio. Voglio una squadra aggressiva per impedire agli avversari di arrivare davanti alla nostra porta. Io voglio una squadra corta e compatta. Per me possiamo fare questo tipo di gioco, ovviamente sempre con equilibrio”, ha precisato il tecnico portoghese.
Nello spogliatoio non sono state giornate semplici, non sono mancati nemmeno i confronti accesi, ma forse è proprio quello che serviva: “Mi piace quando è così, meglio dire quello che si pensa. Il gruppo sta crescendo anche da questo punto di vista, è giusto dire le cose in faccia. Io preferisco una cosa brutta ma vera, che una cosa bella ma non vera”, ha concluso Conceicao.